Diocesi: card. Bagnasco (Genova), il nuovo anno pastorale verterà su Chiesa, scuola e famiglia

“Il programma di quest’anno verte sulla realtà della Chiesa per conoscerla meglio, per amarla di più, per servirla con generosità, per partecipare umilmente alla sua missione nella storia”. Ad affermarlo il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, nel discorso di presentazione del nuovo anno pastorale che si è svolto ieri sera a Genova prima della celebrazione durante la quale è stato rinnovato l’atto di affidamento di Genova alla Madonna ricordando l’incoronazione avvenuta nel 1637 su decisione del Senato della Repubblica e per opera del cardinale Giovanni Domenico Spinola. Per il programma pastorale è stato anche stampato un apposito “Cammino diocesano di catechesi” che, a partire dai documenti del Concilio Vaticano II, servirà quale preparazione dell’anniversario del 10 ottobre 2018 quando a Genova verrà ricordata la consacrazione della cattedrale ad opera di Papa Gelasio II. “In questo orizzonte di catechesi e preghiera – ha detto il card. Bagnasco – porteremo avanti anche due specifici fronti pastorali, la famiglia e la scuola” perché “lasciare che la famiglia si sfaldi significa tradire la gioventù, scardinare la società dai suoi fondamenti, condannare il popolo alla confusione e quindi metterlo in balia dei forti”. Infatti, “per superficialità o per calcolo, si vuole disumanizzare l’uomo e noi non possiamo tacere e rimanere inerti”.
Nel discorso di presentazione del nuovo anno pastorale, il cardinale Angelo Bagnasco ha parlato della crescita di “una certa fatica”, di “uno scoraggiamento, quasi un senso di frustrazione di fronte a sfide che sembrano insormontabili, impotenti davanti al muro di gomma che la cultura dominante e la vita moderna creano”. In tale clima “anche la stessa fede può venire messa alla prova” e “la tentazione demoniaca è di arrendersi, di ritirarci nei nostri mondi individuali” perché “lo spirito del male vuole confinarci in quest’angolo e indurre ognuno a pensare solo a se stesso o ai suoi intimi lasciando che ognuno si arrangi”. Alla domanda “Che fare?”, il porporato ha indicato, primariamente, la strada della preghiera ricordando in particolare le “comunità che ho visitato” che “hanno resistito alla violenza brutale e che oggi resistono al secolarismo che svuota l’anima e avvelena la vita” usando “l’arma della Messa e del rosario quotidiano”. Ha anche esortato i laici “a continuare nella collaborazione umile e generosa con i parroci” perché “non possiamo fare a meno di voi, non solo perché la realtà è sempre più complessa e noi siamo meno di numero ma soprattutto perché risponde alla natura stessa della Chiesa”. L’arcivescovo ha poi annunciato “la decisione di visitare i 27 vicariati della diocesi”, una iniziativa “a cui tenevo molto e che non ho potuto fare prima negli anni precedenti”. Il prossimo anno proseguirà inoltre la “lodevole iniziativa della missione dei giovani ai giovani” perché “la loro generosità continuerà a seminare i germi della fede”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy