Educazione secondo Francesco: Zanniello (Univ. Cattolica), “genitori esercitino propri diritti” e siano “saldi nella speranza”

Niente facce “quaresimali”, sì a facce “pasquali”; capacità di ricominciare a lavorare dopo ogni insuccesso e di “curare i feriti nell’anima”. A delineare l’identikit dell’educatore secondo il pensiero di papa Bergoglio è Giuseppe Zanniello (Università di Palermo) nel suo intervento alla X Giornata pedagogica della scuola cattolica in corso a Roma sul tema “L’educazione secondo Francesco”. Il Papa invita anzitutto i genitori ad esercitare i propri diritti educativi senza farsene espropriare da sedicenti “esperti” e spiega: “La prossimità psicologica dell’educatore con l’educando mentre cammina insieme a lui per cercare di fargli fare l’esperienza della scoperta personale della verità” è uno dei punti fermi della metodologia educativa di Francesco. Educatore, dunque, come “compagno di strada del ragazzo” di cui il giovane si fida. E ancora: mansuetudine, capacità di ascolto e di dialogo, gioia e ottimismo costituiscono doti indispensabili a ogni educatore. “Il bene tende sempre a comunicarsi – afferma Zanniello -. Ogni esperienza autentica di verità e di bellezza cerca per se stessa la sua espansione” perché “comunicandolo, il bene attecchisce e si sviluppa”. Un invito costante di Francesco agli educatori è ad “essere saldi nella speranza” perché “educare è un atto di speranza”. Infine, conclude Zanniello, “il Papa vuole che sia pubblicamente riconosciuto che, insieme ad alcuni cristiani che danno scandalo per la loro condotta, ce ne sono molti altri che spendono con gioia la loro vita per liberare le persone dalla schiavitù di diverse forme di dipendenza e, positivamente, per educare alla libertà i bambini e i giovani. Il Santo Padre ha più volte ringraziato questi educatori, che pur consapevoli dei propri limiti danno testimonianza dell’amore immenso a ogni singolo uomo”.

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