Educazione secondo Francesco: p. Spadaro (Civiltà Cattolica), “legata a sfida antropologica”. Sì a “inquietudine”, no a “addomesticamento”

Un altro grande sfondo su cui si muove oggi l’educazione, spiega padre Antonio Spadaro, direttore de “La Civiltà Cattolica”, nel suo intervento alla X Giornata pedagogica della scuola cattolica in corso a Roma e dedicata all’educazione secondo Francesco, è “il cambiamento antropologico” di fronte al quale la Chiesa deve essere “sale e luce, con tutta la ricchezza della sua tradizione e della sua dottrina”, “faro” che “illumina da una posizione alta e stabile”, ma anche ”fiaccola” che “si sa muovere in mezzo agli uomini, accompagnandoli nel loro insidioso cammino”. Insomma la sfida educativa cristiana “consiste nell’evitare che la luce di Cristo resti per molti solo un ricordo lontano o che, peggio ancora, resti in mano a una piccola ed eletta schiera di ‘puri’: questo trasformerebbe la Chiesa in una setta” mentre “il Vangelo deve arrivare a tutti”. Per Papa Francesco, l’educatore deve dunque interrogarsi “su come annunciare Gesù Cristo a una generazione che cambia”. Il Pontefice, prosegue Spadaro, “tiene sempre gli occhi ben aperti sulla realtà”; per lui “la sfida educativa si lega alla sfida antropologica”. Terzo aspetto del “poliedro educativo bergogliano” è l’inquietudine, “motore” che rifiuta un’educazione intesa come “addomesticamento” o adattamento alle “buone norme della società”. Per il Papa, chiosa Spadaro, “non c’è libertà se non c’è inquietudine”. Inquietudine è dunque la parola chiave, da leggere e valorizzare perché tutti i sistemi che cercano di “acquietare” l’uomo “sono perniciosi: conducono, in un modo o nell’altro, al ‘quietismo esistenziale’”.

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