Istruzione: Diaco (Cei), “finalità scuola è formazione integrale persona. Educazione non è mai neutra”

Non solo competenze tecniche: “la finalità della scuola è la formazione integrale della persona e ciò comprende anche la scoperta e l’affinamento delle sue inclinazioni e capacità. Per usare un’immagine cara a papa Francesco, la scuola deve parlare il linguaggio della testa, del cuore e delle mani, ossia della creatività e dell’espressione di sé nei diversi campi dell’attività umana”. A sostenerlo in un’intervista al Sir è Ernesto Diaco, direttore dell’ Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università (Unesu) della Cei, alla vigilia di un duplice appuntamento romano: la Giornata di riflessione e dialogo su scuola, formazione e lavoro promossa il 13 ottobre dall’Unesu e la X Giornata pedagogica della scuola cattolica su “L’educazione secondo Francesco” del 14 ottobre. “Non dimentichiamo però – prosegue Diaco – che la cosiddetta ‘società della conoscenza’ in cui viviamo chiede ai ragazzi competenze ben più vaste degli aspetti tecnici o strettamente cognitivi. Le competenze che più aiutano a inserirsi positivamente nel contesto sociale sono spesso di tipo relazionale, cooperativo, creativo e anche etico”. Papa Francesco, osserva il direttore dell’Ufficio Cei con riferimento alla giornata del 14 ottobre, “conosce molto bene la realtà dell’educazione e mostra una grande attenzione alla scuola. Il suo magistero su questi temi è particolarmente vasto”. Richiamandone i frequenti interventi in materia, in particolare la sottolineatura che “l’educazione non è mai neutra: o fa crescere la persona o la impoverisce”, Diaco conclude: “Mi piace leggere nelle sue parole anche l’idea che si impara solo ciò è bello e degno d’amore. Il resto lo si ricorda o lo si apprende, ma non entra in profondità a costruire la persona”.

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