Festival della missione: padre Camerlengo (Consolata), “ben venga la crisi se ci spinge laddove nessuna va”

(dall’inviata a Brescia) – Sono oggi 8.000 i missionari italiani nel mondo, un numero drasticamente in calo rispetto al secolo scorso. Eppure padre Stefano Camerlengo, superiore generale dei missionari della Consolata, benedice “questo cambio d’epoca in cui stiamo vivendo pesantemente l’eredità del passato: ben venga la crisi, per imparare anche noi, con umiltà, il Vangelo e per andare laddove nessuno va”. Lo ha detto oggi a Brescia parlando a centinaia di missionari, religiose e laici durante l’incontro all’Università cattolica su “Quale futuro per la missione ad gentes” durante la prima edizione del Festival della Missione “Mission is possible”, in corso dal 12 al 15 ottobre per iniziativa della Conferenza degli istituti missionari (Cimi), dalla diocesi di Brescia e dalla Fondazione Missio. “Come Chiesa siamo spesso abbastanza critici nei confronti della società, come se noi fossimo i bravi e i buoni e gli altri i cattivi – ha osservato padre Camerlengo -. Invece la società entra nella nostra storia. Forse non abbiamo più trovato i modi giusti per parlare ai giovani. Siamo in crisi perché troppo vecchi e pesanti e facciamo fatica a trovare nuovi percorsi”. Secondo il superiore dei missionari della Consolata “il punto non è far sopravvivere gli istituti religiosi ma ‘dare l’acqua buona’, ossia portare il Vangelo”. Padre Camerlengo si è poi ispirato alla “filosofia delle formiche” per invitare i missionari e le missionarie ad “andare avanti nonostante gli ostacoli, essere previdenti, avere speranza, fare tutto ciò che ci è possibile e farlo insieme”.

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