Festival della missione: card. Filoni (Santa Sede), “non solo è possibile ma è necessaria”

(dall’inviata a Brescia) –  “Se su 7 miliardi e 160 milioni di abitanti del mondo i cattolici rappresentano il 17,7% della popolazione, vuol dire che la missione non solo è possibile ma doverosa è necessaria”: lo ha affermato oggi nella sede bresciana dell’Università Cattolica il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, aprendo l’incontro su “Quale futuro per la missione ad gentes” durante la prima edizione del Festival della Missione intitolato “Mission is possible”, in corso dal 12 al 15 ottobre a Brescia. Il Festival, organizzato dalla Conferenza degli istituti missionari (Cimi), dalla diocesi di Brescia e dalla Fondazione Missio, sta mobilitando tutta la città, con oltre 600/700 missionari, religiose e laici che partecipano ai vari eventi, anche in contemporanea. L’incontro di oggi nell’ateneo cattolico bresciano era affollatissimo: la sala di oltre 400 posti non è stata sufficiente, per cui è stato allestito un altro spazio con maxischermo. Il card. Filoni ha ribadito l’importanza di “trovare il modo più adatto e moderno per portare avanti la missione ad gentes”, ricordando che, dal punto di vista concettuale, “evangelizzazione” e “missione” non coincidono: “L’evangelizzazione è l’impegno costante di tutti a portare il Vangelo alle genti; la missione ha invece degli obiettivi, ossia far arrivare il Vangelo a 6 miliardi di persone che ancora non lo conoscono”. Anche il fenomeno delle migrazioni, ha aggiunto, “presenta aspetti di missionarietà ad gentes”. Sulla diminuzione del numero dei missionari nei vari istituti religiosi il card. Filoni ha precisato che “è dovuto anche alla enorme crescita delle giovani Chiese autoctone: oggi abbiamo avuto un cambio straordinario, i missionari sono diventati quasi ‘i nonni’ di questa gioventù che va rafforzata. Gli autoctoni devono assumere in prima persona il ruolo della missione”. Il prefetto del dicastero pontificio ha poi puntato il dito contro “la tentazione, anche nelle giovani Chiese, di sistemarsi in belle parrocchie e città anziché andare nelle periferie”. “Noi diciamo no ai sacerdoti ben formati che vogliono sistemarsi nelle nostre belle parrocchie – ha detto -. Anche i fidei donum dopo tre o quattro anni dovrebbero essere rimandati indietro”. Il card. Filoni ha concluso elencando una serie “luoghi più scottanti della missione”: il Giappone, “con pochissimi cattolici, vocazioni e missionari in calo”; i Paesi musulmani, “dove la missione è possibile tra i tribali”; l’India, “oggi molto induista, è difficile perfino far entrare un missionario come visitatore”; l’Amazzonia, “dove si arriva solo con piccoli aerei e si cammina attraverso i fiumi”.

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