Cardinale Bassetti: convegno su La Pira, “uno sperimentale” capace di “concretezza, bellezza, cultura e unità”

Giorgio La Pira fu uno “sperimentale” che fece di Firenze “il laboratorio” dove sperimentare alcuni “principi operativi”: “quelli fondamentali della Costituzione repubblicana, quelli economici che si trovano in ‘L’attesa della povera gente’ e, infine, i principi della sua inedita e in fieri civiltà cristiana”. Lo ha affermato oggi pomeriggio il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, intervenendo, a Palermo, al IV convegno nazionale “Spes contra Spem”, in occasione del quarantesimo anniversario della morte di Giorgio La Pira. Nella sua relazione “Giorgio La Pira e la città”, Bassetti ha sottolineato come “nella sua azione politica e amministrativa ha saputo e voluto interpretare alcune aspirazioni profonde della città”. “La grandezza del La Pira politico – ha aggiunto – sta nell’essere riuscito a dare valenza politica alle culture solidali, aldilà delle divisioni ideologiche, che pure erano feroci”. “Questo – ha spiegato il presidente della Cei – gli diede la forza, genuinamente politica, per requisire le case e per occupare le fabbriche. Altrimenti questa forza non l’avrebbe avuta”. Per parlare di La Pira, Bassetti ha individuato quattro “passaggi” attraverso i quali il sindaco fiorentino ha “tradotto nel governo della città di Firenze, il binomio del pane e della grazia”: “la concretezza, la bellezza, la cultura e l’unità”.
“La concretezza di La Pira si espresse su tutti i campi del sociale”, ha rilevato il cardinale, aggiungendo che “proprio in virtù di questa concretezza, rifiuto di applicare a La Pira la categoria del ‘sognatore’. Se tutti i sognatori fossero come La Pira, oggi le nostre città avrebbero ben altri strumenti per aggredire le povertà”. E poi la “bellezza” che “dice che il valore dell’esistenza umana trascende la pura materialità”. “La cultura – ha proseguito – per La Pira è essenzialmente ricezione creativa della tradizione”. Infine “l’unità” perché “tutte le città, piccole e grandi, costituiscono una sola articolazione di strutture che permettono la trasmissione e la crescita delle culture”. Secondo Bassetti, “concretezza, bellezza, cultura e unità” sono stati per La Pira i “passaggi attraverso i quali costruire la civiltà del pane e della grazia, la civiltà della liberazione e della solidarietà”.

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