Migranti: Oxfam, “politiche Ue inadeguate. Realizzati solo 28% ricollocamenti”

“L’Unione europea e i suoi Stati membri stanno facendo ben poco per garantire canali di accesso legali e sicuri a centinaia di migliaia di migranti richiedenti asilo, consentendo al contrario che si compiano continui abusi e violazioni dei diritti fondamentali all’interno delle frontiere europee”. È la denuncia diffusa oggi da Oxfam – a due anni dall’adozione dell’Agenda europea sulle migrazioni  – attraverso il rapporto “Al di là della fortezza Europa”, che partendo da testimonianze dirette, racconta di condizioni di vita disumane, diritti fondamentali violati per donne, uomini ragazzi che scappano da guerre, violenze e fame. Il rapporto presenta proposte per una radicale revisione dell’Agenda sulle migrazioni e fa appello ai leader che si riuniranno a Bruxelles per il Consiglio europeo del 19-20 ottobre, affinché sia adottata un’autentica inversione di rotta nella gestione delle migrazioni. “In questi due anni di Agenda, Oxfam ha lavorato in Italia, Grecia, nei Balcani in contesti di vera emergenza umanitaria. Ovunque abbiamo assistito a trattamenti indegni, sentito storie di ‘viaggi della speranza’ finiti in un’Europa che non dà speranze, di bambini e ragazzi che scompaiono dal sistema di accoglienza – ha detto Elisa Bacciotti, direttrice Campagne di Oxfam Italia –. Non possiamo dimenticare la vergogna del campo di Idomeni in Grecia, i 2600 morti nel Mediterraneo di questo ultimo anno, la testimonianza di quanti, sbarcati in Sicilia, sono passati dalle torture nei campi di detenzione in Libia. Le centinaia di persone lasciate senza un riparo l’inverno scorso in Serbia, le violenze da parte delle autorità alle frontiere ungherese e croata”. Oxfam denuncia anche la “progressiva esternalizzazione delle frontiere – esplicitata con gli accordi tra Ue e Turchia, tra Italia e Libia e con Paesi africani di transito e origine dei migranti – e a una fallimentare politica di ricollocamento di rifugiati e migranti richiedenti asilo”: ad oggi sono stati realizzati “solo il 28% dei ricollocamenti previsti da Grecia e Italia: meno di 30mila persone in tutto, a fronte di un impegno per oltre 98mila reinsediamenti, che dovevano essere realizzati entro il settembre di quest’anno”.

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