Lavoro: Sacconi (presidente Commissione Senato), “l’Italia è particolarmente esposta al cambiamento dovuto alla quarta rivoluzione industriale”

Rispetto alla quarta rivoluzione industriale, “l’Italia è particolarmente esposta al cambiamento perché ha cronicamente bassi tassi di occupazione, alti tassi di inattività e invecchiamento della popolazione lavorativa. Inoltre, ha bassa produttività cronica, elevata dimensione di lavori ripetitivi nelle manifatture, una propensione alla sostituzione di lavoro con macchine e basse conoscenze di competenze in giovani e adulti”. Lo ha affermato oggi Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato, nel corso della presentazione dell’indagine conoscitiva su “L’impatto sul mercato del lavoro della quarta rivoluzione industriale” la cui relazione conclusiva è stata approvata ieri. Sottolineando che il rapporto è dedicato “alle numerose vittime del terrorismo per causa del lavoro tra i quali Rossa, Taliercio, Tarantelli, D’Antona e Biagi”, Sacconi ha evidenziato come nel testo siano segnalati “i processi di polarizzazione dei redditi, dei territori, delle competenze che generano disuguaglianze e potenziali esclusioni”. Rispetto ai “vecchi e nuovi bisogni” individuati, il presidente ha osservato che “sono messi in discussione diritti fondamentali che ritenevamo acquisiti come quelli ad un equo compenso, alla salute nel lavoro e alla sicurezza sociale” mentre “emergono nuovi diritti come quello all’occupabilità e a conservare una vita buona, che sia fatta di un equilibrio tra lavoro, affetti e riposo”. Secondo la Commissione lavoro, “occorrono nuove tecniche protettive a partire dal diritto all’apprendimento, alla formazione e alla disconnessione”. “L’Italia – ha aggiunto Sacconi – arriva a questo appuntamento con gravi ritardi riguardanti il sistema educativo e formativo”. Serve “essere messi nelle condizioni di imparare ad imparare” così come “alternanza, apprendistato, istruzione tecnica sollecitato una necessaria integrazione tra teoria e pratica”.

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