Papa Francesco al Corpo diplomatico: Vian (L’Osservatore Romano), “l’eredità di Montini” rispetto al tema della pace

Dedicato al tema della sicurezza e della pace in un tempo dove si sta diffondendo “un senso generale di paura”, il discorso di oggi di Papa Francesco ai diplomatici accreditati presso la Santa sede “apre il centenario dello storico intervento di Benedetto XV che condannava l’’inutile strage’ della prima guerra mondiale”. Lo scrive Gian Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano, nell’editoriale del numero in uscita. “Da allora – ricorda Vian – la predicazione dei suoi successori è andata sviluppandosi sino agli interventi dei Pontefici che hanno fatto il concilio. A quella stagione fervida, e soprattutto all’eredità di Montini, si richiama oggi Bergoglio in un’azione complessiva a favore della pace condotta dalla Santa sede e sostenuta in particolare dalla Segreteria di Stato, la cui disponibilità è stata ribadita da Francesco a conclusione di un discorso che ha voluto richiamare la coerenza e l’ampiezza di un impegno globale, discreto e silenzioso ma altrettanto instancabile”. Oggi la pace sembra “un bene scontato”, ma “per troppi essa è ancora soltanto un lontano miraggio” a causa di “conflitti insensati” e atroci. “In questa situazione, altre volte descritta efficacemente come una terza guerra mondiale ‘a pezzi’ – osserva il direttore de L’Osservatore -, Bergoglio ha iscritto i suoi incontri con esponenti di religioni diverse: ad Assisi, per il trentesimo anniversario dell’innovativo incontro voluto da Giovanni Paolo II, e prima ancora nel Tempio Maggiore di Roma e nella grande moschea di Baku. Gesti che sono in continuità con la strada indicata dal Vaticano II, alla ricerca continua di incontro e di dialogo con gli altri credenti e con i cristiani di altre confessioni, come a Lund, nel Caucaso e a Lesbo”. Per Vian, “non vi è dubbio che sia questa l’unica via per contrastare la violenza e la deformazione dell’esperienza religiosa di cui è responsabile il ‘terrorismo di matrice fondamentalista’, di nuovo condannato con accenti inequivocabili” da Papa Francesco. “Il terrorismo fondamentalista è infatti frutto di una ‘grave miseria spirituale’ e s’incrocia con la povertà sociale, ha detto il Pontefice. Per questo, ‘potrà essere pienamente sconfitto solo con il comune contributo dei leader religiosi e di quelli politici’. Perché ai primi spetta il compito di insegnare ‘il timore di Dio e l’amore per il prossimo’, mentre i secondi devono garantire la libertà religiosa”, conclude Vian.

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