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Papa Francesco: al Corpo diplomatico, in troppi Paesi pace è “un lontano miraggio”. Mondo è preda di “conflitti insensati” e “paura”

Cent’anni dopo la prima guerra mondiale, definita da Benedetto XV “inutile strage”, “in cui nuove tecniche di combattimento disseminavano morte e causavano immani sofferenze alla popolazione civile inerme” e “regimi totalitari” causarono “per lungo tempo laceranti divisioni”, “tante parti del mondo possono dire di aver beneficiato di periodi prolungati di pace, che hanno favorito opportunità di sviluppo economico e forme di benessere senza precedenti”. Se, però, “per molti oggi la pace sembra, in qualche modo, un bene scontato, quasi un diritto acquisito a cui non si presta più molta attenzione,  per troppi essa è ancora soltanto un lontano miraggio”. È l’analisi a 360° del Papa, che ha scelto di dedicare il discorso d’inizio d’anno al Corpo diplomatico, tradizionale occasione per delineare gli scenari dello scacchiere mondiale, al tema della sicurezza e della pace, “per rivolgere una parola di speranza, che indichi anche una prospettiva di cammino” nel “clima di generale apprensione per il presente e d’incertezza e di angoscia per l’avvenire, nel quale ci troviamo immersi”. “Milioni di persone vivono tuttora al centro di  conflitti insensati”, denuncia Francesco: “Anche in luoghi un tempo considerati sicuri, si avverte un senso generale di  paura. Siamo frequentemente sopraffatti da immagini di morte, dal dolore di innocenti che implorano aiuto e consolazione, dal lutto di chi piange una persona cara a causa dell’odio e della  violenza, dal dramma dei profughi che sfuggono alla guerra o dei migranti che periscono  tragicamente”.

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