Papa Francesco: a messa Epifania, i Magi erano “stanchi degli Erode del loro tempo”

“I magi sentirono nostalgia, non volevano più le solite cose. Erano abituati, assuefatti e stanchi degli Erode del loro tempo. Ma lì, a Betlemme, c’era una promessa di novità, una promessa di gratuità. Lì stava accadendo qualcosa di nuovo. I magi poterono adorare perché ebbero il coraggio di camminare e prostrandosi davanti al piccolo, prostrandosi davanti al povero, prostrandosi davanti all’indifeso, prostrandosi di fronte all’insolito e sconosciuto Bambino di Betlemme scoprirono la Gloria di Dio”. Con queste parole il Papa ha concluso l’omelia dell’Epifania, tutta giocata sulla contrapposizione tra la “nostalgia” dei Magi e lo “sconcerto” di Erode. “Erode – ha spiegato Francesco – non può adorare perché non ha voluto né potuto cambiare il suo sguardo. Non ha voluto smettere di rendere culto a sé stesso credendo che tutto cominciava e finiva con lui. Non ha potuto adorare perché il suo scopo era che adorassero lui. Nemmeno i sacerdoti hanno potuto adorare perché sapevano molto, conoscevano le profezie, ma non erano disposti né a camminare né a cambiare”.

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