Epifania: mons. Camisasca (Reggio Emilia), “l’Europa non dimentichi storia e tradizioni, ma le esprima in una sintesi feconda con i popoli che stanno arrivando”

“Aiutare il sorgere o il rafforzarsi della democrazia, sostenere una più giusta distribuzione delle ricchezze e dei beni della terra, favorire la pace tra i popoli combattendo il commercio delle armi e aiutando quelle forze che cercano l’arbitrato e la soluzione dei conflitti”. È l’impegno consegnato questa mattina dal vescovo di Reggio Emilia, monsignor Massimo Camisasca, presiedendo in Cattedrale la celebrazione eucaristica dell’Epifania dedicata anche alla Festa dei popoli. Nell’omelia, Camisasca ha ricordato le “vicende di guerra, odio e distruzione che caratterizzano il nostro tempo” e, commentando le letture, ha osservato che “anche al nostro tempo c’è una migrazione di popoli”. Ma oggi – ha aggiunto Camisasca – “sono soprattutto spinti dalla necessità di lasciare la loro terra per non morire di fame o essere uccisi dalle rivalità politiche ed etniche”. “Ciò che li spinge è un istinto di sopravvivenza, il desiderio di ricongiungersi ai loro cari, il sogno di una vita migliore” ma “purtroppo molte di queste attese si riveleranno false e molti miti cadranno ben presto”, ha riconosciuto il vescovo, secondo cui “il nostro Paese ha dato, in questi ultimi anni, una testimonianza di grande capacità di accoglienza”. “Siamo chiamati ad ascoltare le loro storie e a costruire itinerari che permettano un’integrazione positiva e arricchente nelle nostre città e nei nostri paesi”, il richiamo del vescovo, per il quale “un’Europa nuova può nascere, che non dimentichi la sua storia e le sue tradizioni, ma nello stesso tempo le esprima in una nuova sintesi feconda con i popoli che stanno arrivando”.

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