Cardinale Scola: Epifania, “agire in unità con tutta la famiglia umana”

“L’immigrazione, lo scambio tra culture e società, con l’incremento dei rapporti interculturali e interreligiosi, hanno di fatto messo in moto un processo inevitabile e di lunga durata che ci vede coinvolti. L’apertura universale dell’Epifania è un invito rivolto a noi tutti ad affrontare questo processo di storica portata senza cedere alla comprensibile paura e tanto meno all’insidiosa tentazione intellettualistica che si appaga di scaltre analisi. Né bastano i pur necessari provvedimenti legislativi”. Lo ha affermato questa mattina l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, presiedendo in Duomo la celebrazione eucaristica per l’Epifania. “Ci è chiesto di agire in unità con tutta la famiglia umana e le sue diverse articolazioni – ha osservato Scola – secondo l’ideale dell’amore e di un’autentica amicizia civica”. Secondo l’arcivescovo, “lo dobbiamo alle vittime degli efferati episodi terroristici ed ai loro cari”, così come “ce lo chiedono i non pochi martiri e la grande massa degli esclusi, scartati da un sistema sociale dominante spesso iniquo”. Richiamando la lettere di Paolo a Tito, Scola ha invitato a lasciarsi “educare ‘a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà’”. Si tratta – ha aggiunto – di “un comportamento di vita in cui tutte le donne e gli uomini sono coinvolti in prima persona, da protagonisti”. “A questa impresa, personale e comunitaria, siamo sempre più provocati dall’affascinante ma tragico cambiamento d’epoca che ci è dato di vivere”, ha ammonito Scola, esortando a “portare questo stile di vita nell’agone della società civile, laica, libera e plurale, ma tesa alla vita buona”.

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