Detenuti: don Pozza (cappellano “Due Palazzi” Padova), “cercare Dio laddove la bellezza è negata”

Talvolta Dio “si mostra nascondendosi” oppure travestendosi “da ciò che non è”. Allora occorre “cercarlo dentro le cose profane: cercare la bellezza laddove c’è bellezza-negata”. Lo afferma don Marco Pozza, teologo e cappellano del carcere “Due Palazzi” di Padova. Intervenuto alla giornata conclusiva del convegno nazionale teologico-pastorale “Il pellegrinaggio: fede e bellezza”, don Pozza esordisce: “Non c’è nessun posto come il carcere in cui poter osservare da vicino la negazione della bellezza”. La legge violata “è una bellezza-negata” e, “violentata la bellezza, ciò che rimane è lo sconforto”. Per il cappellano il contrario della bellezza non è la bruttezza, “nemmeno la malvagità: è la staticità. Genera la paura, quella che rende pericoloso anche un codardo. E gli uomini statici non sono più uomini, diventano una sorta di illustrazioni ambulanti che popolano i faldoni giudiziari dei tribunali”. “Quante volte – racconta – mi sento ripetere dalla gente di galera questo ragionamento: ho ucciso perchè ero morto. Dunque: ho ucciso perchè geloso della vita, mentre io ero nella morte”. Da parte sua, prosegue, il carcere “risponde negando la bellezza. La prima bellezza, quella che rende l’uomo padrone della sua storia: la libertà”. Il Novecento, per certi versi, “è stato un pellegrinaggio nell’abisso del male. La bellezza era disperata, bestemmiata, striata, derisa, beffeggiata. Esattamente in questa densità di buio – l’analisi di don Pozza -, la bellezza è tornata di moda nella teologia” che “non è il parlare accademico delle cose che riguardano Dio: fare-teologia è scrivere la propria storia con Dio”. Quel Dio che “talvolta si mostra nascondendosi”. Per il cappellano, “la più luminosa manifestazione di Dio è il suo nascondimento. Quasi un’affermazione illogica”, eppure “a Dio piace travestirsi da ciò che non è Dio. Il modo migliore di trovarlo, dunque, è cercarlo dentro le cose profane: cercare la bellezza laddove c’è bellezza-negata”.

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