Cooperazione: Sebastiani, che opportunità lo sviluppo africano (2)

(DIRE-SIR) – Un capitolo decisivo per le politiche di sviluppo è la “cooperazione delegata” per una divisione del lavoro ottimale tra l’Italia e l’Europa. Quale bilancio a oggi? Quali aspetti da migliorare e quali nuovi impegni? “Il bilancio è sicuramente positivo. La Cooperazione delegata è, infatti, una modalità di gestione che consente alla Commissione europea non solo di delegare fondi anche ad uno Stato Membro per l’esecuzione di programmi di cooperazione, ma favorisce una maggiore concentrazione degli aiuti in quei Paesi partner ed in quei settori nei quali è più evidente il valore aggiunto di un donatore specifico. L’ottica è, quindi, quella della reciprocità e ottimizzazione dell’efficacia dell’aiuto. L’ammontare dei fondi Ue assegnati al ministero degli Esteri in cooperazione delegata è quasi quadruplicato nel corso dello scorso anno: siamo passati da tre programmi per un totale di 33 milioni di euro (al dicembre 2015) a 11 programmi, per un totale di quasi 130 milioni di euro (al dicembre 2016). Le ragioni di questo incremento, che conferma la fiducia che l’Ue ripone nella Cooperazione italiana, sono da individuarsi nel buon andamento dei primi programmi affidati nel 2013-14 in Egitto e Sudan nel settore agricolo e sanitario rispettivamente; nella scelta politica del nostro Paese di avere un ruolo molto profilato nei Trust Fund Ue della Valletta sulle Migrazioni e Madad in risposta alla crisi siriana, istituiti nel 2015, attestandoci da subito tra i primi e maggiori contributori; e nella determinazione e tempestività con cui abbiamo perseguito l’obiettivo della presentazione di progetti italiani. In conclusione, la cooperazione delegata contribuisce a una politica europea dello sviluppo più integrata ed efficace. Accresce la nostra visibilità di donatore e lo stesso volume delle risorse a disposizione del sistema Paese, soprattutto in settori che sono punti di forza del nostro intervento, come quelli dello sviluppo rurale e sanitario e della creazione di opportunità per i giovani. Su questi risultati è possibile oggi costruire ulteriormente, e gli sforzi della Cooperazione italiana sono rivolti in tale direzione”. / segue

(www.dire.it)

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