Comunicazione: Corrado (Sir) a Copercom, “per i cristiani la misericordia è riscoprire il proprio Dna”

“La misericordia è per i cristiani riscoprire il proprio Dna”. Lo afferma Vincenzo Corrado, direttore dell’agenzia Sir (Servizio informazione religiosa), nel video per la campagna social del Copercom “Misericordia è…”. “La misericordia è, nel senso che esiste: non è qualcosa di astratto, non è un’idea, è una proposta concreta, è un agire. È questo quello che ci consegna, in modo principale, il Giubileo appena concluso”, sottolinea Corrado. “La misericordia è, esiste: è un invito concreto a tutti i cristiani a riscoprire il proprio Dna. La misericordia è, ma si fa anche. Ripensiamo – ricorda il direttore – a quanto ci insegna la parabola del buon samaritano, soprattutto verso la conclusione: c’è un’azione, c’è un rimando a un agire concreto”. “Dal Giubileo – prosegue – abbiamo riscoperto le quattordici opere di misericordia corporale e spirituale. Ci sono delle immagini che sono rimaste impresse e che rimandano alla misericordia. Forse, una su tutte: la più suggestiva è quella della Porta aperta. Il Giubileo, infatti, rimanda sempre a una porta aperta. Riflettendo sulla Porta, possiamo immaginare diversi significati: una porta aperta, ad esempio, significa accoglienza. Una porta chiusa significa rifiuto. Una porta sbattuta significa offesa. Una porta aperta delicatamente è segno d’amore”.

In “ambito religioso – osserva Corrado – una porta aperta è sempre un rimando a qualcosa d’altro, a qualcosa di superiore, a un’immersione totale nel silenzio. La misericordia si fa, bisogna tenerne sempre conto. La misericordia è una porta aperta che ci immerge nel perdono. Però, va sempre vissuta e va sempre fatta. Perciò, la misericordia si fa”. La misericordia, aggiunge il direttore, “già nel suo termine, evoca una vibrazione. Immaginiamo le corde di una chitarra che si muovono, che vibrano. La misericordia è una vibrazione totale del nostro cuore. Quando il cuore è collegato alla mente, c’è sempre un rimando all’azione”. Ecco, conclude, “la misericordia è, esiste. Ma la misericordia, soprattutto, si fa”.

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