Sicilia: mons. Lorefice alle aggregazioni laicali, “mostrare l’entusiasmo del Vangelo che raggiunge la nostra vita”

“Abbiamo bisogno di entusiasmo, di sentire, avere e mostrare l’entusiasmo del Vangelo che ha raggiunto la nostra vita”. Con queste parole mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e delegato della Conferenza episcopale siciliana per le aggregazioni laicali, ha aperto l’assemblea generale della Cral, svolta domenica 29 gennaio a Pergusa (Enna). Alla presenza di un centinaio di persone, rappresentati delle sedici Consulte diocesane operanti in Sicilia e delle aggregazioni regionali, il presule palermitano è intervenuto su “Il primato del Vangelo e la sua ricaduta sociale”. Presentando ai partecipanti il discorso di Papa Francesco al V Convegno ecclesiale nazionale, mons. Lorefice ha parlato di “una sfida per la Chiesa italiana in terra di Sicilia”. L’arcivescovo ha rivolto un appello a gruppi, movimenti e associazioni ecclesiali siciliani come incoraggiamento e monito all’ascolto orante delle Scritture. “La comunità cristiana – ha detto – nasce dalla Parola e di essa si nutre, insieme con l’Eucaristia. La qualità del nostro essere cristiani, del nostro umanesimo, dipende dalla presenza reale, qualitativa e quantitativa della Parola nella nostra vita. Nella tradizione cristiana, poi, soprattutto cattolica, le opere sono la traduzione della fede e non un’alternativa alla fede – ha detto -, anzi il suo prolungamento. La Parola nutre la fede e la fede sola contiene in sé l’opera; e le opere cristiane devono essere segno di misericordia”. Ma il movimento deve essere corale: “ciascuno di noi, ogni aggregazione, se lavora da sola rischia di impoverirsi – ha spiegato -, di rendere la fede e i nostri carismi semplici etichette, di privarci dell’essere comunità”.
Indicando le ricadute sociali prioritarie, mons. Lorefice ha ripercorso e riproposto l’idea di bene comune che Papa Francesco ha delineato più volte, a Firenze e anche nella Evangelii gaudium: “Si parla in concretezza di famiglia, di lavoro, di casa – ha detto -, ingloba giovani, scuola, lavoro, ma anche legalità e immigrazione. L’impegno sociale dei cristiani è intriso di indignazione, un’indignazione che nasce dal vedere che il mondo non è ancora quello che vogliamo, quello che sappiamo che Dio vuole. Se c’è ingiustizia, lutto, dolore, emarginazione, noi siamo coinvolti, dal di dentro. Dobbiamo sentire la spinta che nasce da Cristo e che diventa voglia di riscatto da operare con umiltà”. Infine, consegnando al laicato aggregato l’esempio di don Pino Puglisi, il vescovo ha evidenziato che proprio dalla Sicilia, attraverso il Progetto di fraternità politica che le diocesi dell’isola portano avanti, può partire una lodevole “occasione di incontro e dialogo che favorisce l’amicizia sociale”

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