Chiesa e arte: Portoghesi (Accademia Lincei), serve “una rinnovata bellezza che abbracci inquietudine, speranze e certezze del nostro tempo”

Oggi “forse occorre aspirare a una più moderna e rinnovata bellezza che abbracci sì l’inquietudine del nostro tempo, ma anche le speranze e le certezze” e che non sia slegata dalla custodia del creato. Lo afferma Paolo Portoghesi, architetto e accademico dei Lincei, intervenendo alla prima giornata de XIX convegno nazionale teologico–pastorale, “Il Pellegrinaggio: Fede e Bellezza” promosso fino al 31 gennaio a Roma dall’Opera Romana Pellegrinaggi. “Per i cristiani – spiega – la bellezza, anche nel campo dell’arte, non è solo una opzione perché la Via Pulchritudinis comporta un orientamento e questo orientamento punta a riconoscere sempre, dietro il visibile, l’invisibile, dietro ciò che sembra frutto del caso la consapevolezza divina” . Interrogandosi “sul futuro della bellezza”, Portoghesi osserva: “La Chiesa si sta rinnovando profondamente e con coraggio”. “Io credo – chiosa – non potrà accontentarsi di una bellezza negata nella sua essenza, frammentaria, spesso mescolata alla violenza, come quella che il mondo attuale le offre in modo intermittente. Forse occorre aspirare a una più moderna e rinnovata bellezza che abbracci sì l’inquietudine del nostro tempo, ma anche le speranze e le certezze, quella bellezza così tangibile ed efficace delle testimonianze che vi ho mostrato”. Un nuovo umanesimo, la conclusione di Portoghesi, “è necessario sia per salvarci dal rischio del disastro ambientale sia per riavvicinarci in modo nuovo agli imperativi di giustizia, di pace, di eguaglianza che l’eredità cristiana ci addita”.

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