Terremoto: Cei, la destinazione dei fondi della colletta del 18 settembre. Ininterrotto l’impegno della Chiesa italiana

foto SIR/Marco Calvarese

A quasi cinque mesi dalle prime e violente scosse di fine agosto 2016 che hanno duramente segnato le comunità provocando 299 vittime, “prosegue ininterrotto il lavoro di accompagnamento e sostegno costante” garantito da Caritas Italiana a tutte le Chiese locali coinvolte. A ribadirlo oggi è la Cei in una nota diffusa nel corso della conferenza stampa tenuta dal segretario generale, monsignor Nunzio Galantino, per presentare il comunicato finale del Consiglio episcopale permanente svoltosi a Roma dal 23 al 25 gennaio 2017. “Oltre a proseguire con aiuti concreti – si legge nel testo – la priorità che ci si è data è quella di restare in ascolto delle comunità locali e portare all’attenzione delle istituzioni la situazione di quanti continuano a soffrire, sono isolati, disillusi dalle troppe promesse ricevute e non mantenute. Un carico di interrogativi che esige doverose risposte, da quelle più immediate alle scelte di ricostruzione, da cui dipende il futuro di queste persone”. Nella nota, la Cei presenta un primo rendiconto della colletta nazionale del 18 settembre 2016 che ha fruttato a Caritas Italiana circa 21,6 milioni di euro, incluso il milione messo a disposizione dalla Cei subito dopo il sisma e destinato, tra le varie cose, “al sostegno immediato delle diocesi colpite”.

Questa la destinazione dei fondi: 13 milioni serviranno per “la realizzazione di strutture socio-pastorali denominati ‘Centri di comunità’ caratterizzate da saloni multifunzionali e spazi di servizio, pensati come luoghi di aggregazione e di promozione delle attività pastorali, sociali, culturali e ricreative per favorire le relazioni necessarie alla costruzione di un tessuto sociale sempre più ispirato alla solidarietà, alla condivisione e alla partecipazione”. 7 milioni circa andranno per “il sostegno alle attività economiche attraverso microcredito alla produzione, alla valorizzazione del prodotto, delle risorse umane e strutturali, all’abbattimento dei costi di produzione; per il supporto strutturato ai bisogni delle famiglie e allo sviluppo delle competenze e capacità lavorative che favoriscano il reinserimento e valorizzazione delle persone nel mondo del lavoro e nella propria attività commerciale”. Le risorse, fa sapere la Cei, “verranno utilizzate attraverso l’implementazione di specifici programmi (primo aiuto, realizzazione di strutture comunitarie, sviluppo sociale ed economico dei territori) con una distribuzione territoriale nelle varie diocesi proporzionale ai danni subiti, al numero delle vittime/sfollati, alle situazioni di maggiore criticità. Si terranno in considerazione anche le eventuali risorse ecclesiali presenti/raccolte direttamente dalle Diocesi colpite”.

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