Teologia e pastorale: mons. Sanna (Comitato Cei), serve “fatica del pensiero” e “coraggio dell’innovazione”

“Gli istituti di scienze religiose sono passati da 83 a 44”, cui vanno aggiunti Urbino e gli istituti romani, che non dipendono direttamente dalla Conferenza episcopale italiana. A renderlo noto è stato monsignor Ignazio Sanna, presidente del Comitato Cei per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose, intervenuto al convegno nazionale delle facoltà teologiche e degli Issr italiani. Le facoltà teologiche e gli Issr, ha detto il relatore, “sono un’occasione per raccogliere la sfida dell’evangelizzazione, del dialogo con la cultura contemporanea e della formazione di figure laiche e religiose in grado di fermentare la società con il lievito del Vangelo”. Le chiese locali, a loro volta, per Sanna “devono valorizzare maggiormente gli Issr”, perché “c’è bisogno di una fede pensata per la testimonianza di stili evangelici”. Ci vogliono “la fatica del pensiero e il coraggio dell’innovazione”, per “l’inevitabile confronto della vita di fede con le nuove emergenze umanistiche”, la tesi del presidente del Comitato. “Dobbiamo educare la domanda e rendere i nostri luoghi accademici veri luoghi di frontiera”, la proposta di Sanna: “Oggi l’opinione pubblica chiede certezze in bianco e nero, e la scienza può rispondere solo in grigio”. Di qui la necessità di farsi carico di “interrogativi drammatici, che non possono essere affrontati con letture ideologiche”.

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