Perù: i missionari italiani, “formare a onestà e correttezza contro corruzione e violenza”

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“Lavorare per costruire un cambiamento di mentalità” e formare “all’onestà e alla correttezza” attraverso la catechesi, le iniziative pastorali, il lavoro in rete con istituzioni che si occupano di legalità. Sono alcune delle buone prassi decise dai missionari italiani (una quarantina tra sacerdoti fidei donum, religiosi, religiose, laici consacrati e famiglie) che si sono riuniti la settimana scorsa a Chaclacayo, in Perù, in un incontro organizzato dall’Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese della Cei sul tema della “corruzione e violenza nel Perù di oggi”. Quattro giorni di riflessione secondo il metodo del “vedere, valutare, agire”. I primi due giorni sono stati dedicati ad panoramica sulla realtà attuale e le politiche di giustizia penale e sociale, le buone pratiche di cittadinanza attiva e responsabile e gli itinerari pastorali, educativi e sociali di promozione della misericordia e della giustizia. Poi ha parlato il delegato dell’Ufficio Cei, don Mario Vincoli, che raccontato i percorsi pastorali della Chiesa italiana dopo il convegno di Firenze e le finalità e struttura della Fondazione Missio. “Non abbiamo lasciato l’Italia per un nostro capriccio – spiega al Sir don Ivan Manzoni, fidei donum di Como, che da 4 anni presta servizio in una parrocchia nella diocesi di Carabayllo, a nord di Lima -, ma perché una Chiesa ci ha generati e inviati. Sapere che questa Chiesa ci sostiene, accompagna e si interessa, ci dà forza per continuare il nostro servizio”. Questi i buoni propositi emersi al termine dell’incontro: “Abitare la strada, non tanto per ‘vendere i nostri prodotti’ ma per condividere la vita delle persone; formare all’onestà e alla correttezza non tanto trasmettendo contenuti ma esperienze; lavorare di più in rete, anche con istituzioni che si occupano di trasparenza; essere noi per primi trasparenti nell’amministrazione dei beni (bilanci, progetti, ecc.); aiutare i detenuti nelle carceri ma anche le loro famiglie, proponendo un accompagnamento e creando una rete tra di loro; attraverso la catechesi e le iniziative pastorali lavorare per costruire un cambiamento di mentalità”. SONY DSC

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