Monsignor Galantino: “drammatici e deprecabili episodi di cronaca” non devono far “leggere tutto in negativo”

“La gravità di certi comportamenti non va nascosta e nessuno la può nascondere, ma non possiamo permetterci il lusso di ignorare tutto quello che di buono e coerente fanno tanti sacerdoti, religiosi e vescovi”. Lo ha detto monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, illustrando oggi ai giornalisti il comunicato finale del Consiglio episcopale permanente. Al centro dei lavori, in preparazione alla prossima Assemblea generale di maggio, il Sussidio che raccoglie due anni di lavoro sul versante della formazione permanente del clero, “per aiutare i preti a rimotivarsi in maniera più forte – ha spiegato il segretario generale della Cei -, in una società che non concede niente a nessuno, e chiede che i sacerdoti, i vescovi vivano una vita testimoniale, credibile”. Quanto ai “drammatici e deprecabili episodi di cronaca che hanno toccato l’Italia negli ultimi tempi”,  “nessuno nasconde niente”, ha assicurato Galantino: “Se, però, da una parte non si può e non si deve ignorare il male, è un passaggio assolutamente indebito quello di leggere in negativo tutto quello che esiste, semplicemente perché non è vero”.

A riprova della fiducia della nostra gente verso il nostro clero, il segretario generale ha affermato: “Basta pensare a quanta gente, quando va a firmare per l’otto per mille, firma a favore della Chiesa cattolica”. Entrando nel dettaglio delle proposte di formazione dei sacerdoti, Galantino ha garantito che i vescovi sentono forte la “grande responsabilità” soprattutto “nella selezione dei candidati al sacerdozio”, sulla scia di quanto chiede il Papa: “Quando un prete esce da un seminario non deve andare in cerca di un vescovo misericordioso, dando luogo a una sorta di  nomadismo vocazionale”. Si tratta, invece, di “un problema da affrontare con grande realismo, e con tanta sofferenza, perché quando avviene un fatto del genere la Chiesa viene messa sotto accusa. Con molta sofferenza, ma anche con molto orgoglio, dico: questi preti non rappresentano la Chiesa”.

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