Giornata della memoria: domani al Senato “la memoria rimossa del genocidio di rom e sinti”

Il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria, una data simbolica per ricordare i 72 anni trascorsi dall’apertura dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz che ha mostrato al mondo gli orrori del genocidio perpetrato durante il nazismo. Si stima che vi siano almeno 500.000 rom e sinti tra le vittime del nazifascismo, una strage che in lingua romanès viene ricordata con i termini “Porrajmos” (grande divoramento) e “Samudaripen” (tutti morti). Lo sterminio di questi popoli – pianificato ed effettuato per ragioni puramente razziali – rimane tuttavia una tragedia silenziosa, dimenticata. Se ne parlerà domani al Senato della Repubblica durante il convegno  “Il genocidio di rom e sinti durante il nazifascismo: una memoria rimossa”, organizzato dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato e la Cild (Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili) in collaborazione con Associazione 21 luglio (ore 11, sala Isma). Interverranno Patrizio Gonnella – presidente della Cild (Coalizione italiana libertà e diritti civili), Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio, lo scrittore svedese Bjorn Larsson – postfattore del libro “Io non mi chiamo Miriam” e l’antropologa Paola Trevisan. Rimosso dalla memoria collettiva, il genocidio di rom e sinti non ha ricevuto un riconoscimento ufficiale durante i processi di Norimberga del 1945 nonostante ricorressero numerose testimonianze negli atti presentati ai Tribunali Internazionali e solo nel 1979 il governo tedesco riconobbe la persecuzione razziale di questo popolo. Anche l’Italia ha conosciuto la deportazione e il rastrellamento durante il periodo fascista ma nel nostro Paese non è ancora stata istituita una data ufficiale per commemorare questa dolorosa pagina di storia. Per ripercorrere le varie fasi delle politiche del regime fascista, l’antropologa Paola Trevisan presenterà nuovi documenti d’archivio che mettono in evidenza la lunga durata delle persecuzioni cui furono sottoposti Rom e Sinti.

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