Diaconato femminile: Pani (La Civiltà Cattolica), nei primi secoli “protagonismo ecclesiale” poi “riassorbito”

Una riflessione storica sul diaconato femminile in attesa di conoscere le conclusioni dei lavori della commissione di studio istituita da Papa Francesco lo scorso 2 agosto, tre mesi dopo l’udienza generale alle superiore generali degli Ordini religiosi, nel corso della quale una suora aveva chiesto al Pontefice perché le donne fossero escluse dai processi decisionali nella Chiesa e dalla predicazione nella celebrazione eucaristica. A proporla è padre Giancarlo Pani dalle colonne dell’ultimo numero di “La Civiltà Cattolica”. “Come mai – l’interrogativo di fondo che percorre la riflessione e l’attuale dibattito in corso – la Chiesa antica ha ammesso alcune donne al diaconato e perfino all’apostolato? E perché poi la donna è stata esclusa da tali funzioni?”. Nei Vangeli, osserva Pani, “Gesù parla in pubblico con donne, un comportamento ritenuto all’epoca poco dignitoso per un maestro”, le difende, e affida a Maria Maddalena “il primo messaggio della risurrezione, su cui si fonda il cristianesimo”. Dall’analisi della “letteratura cristiana” dei primi secoli emerge, secondo l’autore dell’articolo, un “protagonismo ecclesiale” al femminile non durato a lungo e “riassorbito probabilmente dalla tradizione giudaica”. In Oriente, afferma, “vengono ordinate diaconesse nei conventi femminili. Ancora oggi le Chiese ortodosse hanno ‘diaconesse ordinate’, un istituto che non è stato mai abolito”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy