Diaconato femminile: Pani (La Civiltà Cattolica), “la parola chiarificatrice può venire dal Magistero. Anche oggi il Signore guida la Chiesa”

Nella Lettera apostolica “Ordinatio sacerdotalis”, in occasione della Pentecoste del 1994 Papa Giovanni Paolo II riassume “il punto di arrivo di una serie di precedenti interventi magisteriali (tra cui l’Inter insigniores), concludendo che Gesù ha scelto solo uomini per il ministero sacerdotale”. Lo scrive nell’ultimo numero de “La Civiltà Cattolica” padre Giancarlo Pani nella sua riflessione storica sul diaconato femminile. “La Chiesa – scrive Giovanni Paolo II – non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale. […] Questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa”. Per Pani, “il fatto storico dell’esclusione della donna dal sacerdozio per l’impedimentum sexus è innegabile”, tuttavia, ricorda, già nel 1948 p. Congar faceva presente che “l’assenza di un fatto non è criterio decisivo per concludere sempre prudentemente che la Chiesa non può farlo e non lo farà mai”. Il dibattito non si è mai sopito – prima del conclave del 2005 il cardinale Carlo Maria Martini aveva parlato della possibilità di studiare l’istituzione del diaconato per le donne invitando al criterio del discernimento spirituale, annota Pani, “caro a Papa Francesco”. La parola chiarificatrice, scrive ancora il gesuita, “può venire dal Magistero, interprete autorevole della Tradizione. In ogni caso, non si può sempre ricorrere al passato, quasi che solo nel passato vi siano indicazioni dello Spirito. Anche oggi il Signore guida la Chiesa e suggerisce di assumere con coraggio prospettive nuove”. “Il vero problema – conclude – non è solo il diaconato femminile, ma anche la sacramentalità del diaconato maschile”.

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