Sir: le principali notizie di oggi dall’Italia e dal mondo. Sentenza Italicum, Raggi indagata, Trump avvia il “muro” con il Messico

Italicum: atteso il verdetto della Corte costituzionale. Alcuni nodi irrisolti

È stata spostata a oggi la decisione della Corte Costituzionale sulla legge elettorale denominata Italicum. I giudici costituzionali si riuniscono in mattinata per esprimere l’attesa sentenza, che dovrebbe giungere a metà giornata. Dalle dichiarazioni del presidente della Consulta, Paolo Grossi, appare evidente che esiste già una decisione, la quale richiede però ancora alcune puntualizzazioni. In discussione vari aspetti della normativa, fra cui il ballottaggio, i capilista bloccati e le multicandidature (possibili, stando all’Italicum, in 10 collegi). Sul premio di maggioranza sembra invece emergere un consenso dei giudici.

Roma: sindaco Raggi indagata per l’assunzione di Renato Marra

Risulta indagata Virginia Raggi, sindaco di Roma, per la nomina (poi revocata) a capo del dipartimento Turismo del Campidoglio di Renato Marra, fratello di Raffaele, ex capo del personale del Comune, poi arrestato. “Mi è giunto un invito a comparire dalla Procura di Roma nell’ambito della vicenda relativa alla nomina di Renato Marra a direttore del dipartimento Turismo”, ha tenuto a chiarire la Raggi mediante Facebook, sentendosi poi in dovere si precisare: “Ho informato Beppe Grillo”. Sulla vicenda opera la Procura di Roma: la Raggi è indagata per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Nelle procedure di assunzione avrebbe preso parte lo stesso Raffaele Marra e sarebbero state fornite informazioni incomplete al responsabile anticorruzione del Campidoglio. Sempre ieri il leader del Movimento 5 Stelle, Grillo, ha dichiarato che “il programma per le prossime elezioni non sarà definito dai parlamentari ma dagli iscritti” e “chi non sarà d’accordo potrà perseguire il suo programma in un’altra forza politica”.

Ue: vertice a Malta su migrazioni e post-Brexit. A marzo appuntamento a Roma

Macchina organizzativa in funzione a La Valletta, capitale maltese, dove il 3 febbraio sarà ospitato un Consiglio europeo straordinario, deciso da tempo e indirizzato a verificare due temi principali: la risposta ai flussi migratori e quella al Brexit, ovvero il futuro dell’integrazione comunitaria. Nella mattina del 3 febbraio i 28 capi di Stato o di governo Ue “affronteranno la dimensione esterna della migrazione”, spiega una nota del Consiglio europeo. “Si prevede che la discussione sarà incentrata sulla rotta del Mediterraneo centrale e la Libia”. La sessione pomeridiana sarà invece “l’occasione per i 27 leader”, dunque senza la presenza della premier britannica May, “di preparare l’imminente 60º anniversario dei Trattati di Roma che si celebrerà il 25 marzo 2017”. Nella capitale italiana, dove il 25 marzo 1957 furono firmati i Trattati costitutivi di Cee ed Euratom, si svolgerà una celebrazione dell’anniversario e si coglierà – almeno questa sembra l’intenzione – l’opportunità per una verifica e rilancio dell’Unione europea.

Europa: Paesi Bassi, Francia e Germania verso le elezioni

Si chiariscono i giochi per le prossime elezioni che interesseranno alcuni dei Paesi europei nel corso del 2017. Mentre nei Paesi Bassi (dove si voterà a marzo), svetta nei sondaggi il Partito della libertà, nazionalista ed antieuropeo, di Geert Wilders, in Germania pare ormai certa la candidatura alla cancelleria del socialdemocratico Martin Schulz, già presidente del Parlamento europeo, dopo la rinuncia dell’attuale leader Spd, Sigmar Gabriel. Lo stesso Gabriel ha spiegato, dinanzi ai parlamentari del suo partito, di ritenere Schulz più adatto a contrastare la guida del governo (si voterà dopo l’estate) alla cristiano democratica Angela Merkel, perché “tutti i sondaggi hanno mostrato che gli elettori non vogliono più una grande coalizione, ma nella testa delle persone io rappresento proprio quella”. Invece “Martin Schulz è l’uomo giusto”. Più complicata ancora la situazione in Francia, dove si voterà tra fine aprile e inizio maggio (primo turno e ballottaggio) per le presidenziali. Il candidato delle forze moderate e golliste, François Fillon, che dovrà vedersela con la destra estrema di Marine Le Pen e con il vincitore del ballottaggio del Partito socialista, deve affrontare un problema di “immagine politica”. Una inchiesta del settimanale satirico “Le Canard Enchainé” svela infatti che la moglie di Fillon, Penelope, sarebbe stata pagata per 8 anni come assistente parlamentare del marito, per una cifra complessiva attorno ai 500mila euro. La legge francese non vieta questa possibilità, ma ovviamente l’assistente è tenuto a esercitare le sue funzioni di collaboratore parlamentare, come invece non avrebbe fatto Penelope Fillon.

Stati Uniti: Trump rilancia gli oleodotti, avvia il “muro” e blocca l’accesso ai profughi

Proseguono le decisioni a raffica del presidente Usa, Donald Trump. Ieri l’inquilino della Casa Bianca ha incontrato i leader delle principali case automobilistiche (fra cui Marchionne), affermando: “Vogliamo riportare l’industria manifatturiera negli Stati Uniti, e creare posti di lavoro di lungo termine”. Quindi ha annunciato: “Gli oleodotti si costruiranno negli Stati Uniti come si faceva ai vecchi tempi”. Trump ha poi firmato il decreto per la costruzione – bloccata dal predecessore Obama – di due grandi oleodotti, il Keystone XL e il Dakota Access. Il primo porterà il greggio dal Canada al Golfo del Messico, il secondo dai giacimenti del North Dakota all’Illinois (attraversando terreni ritenuti sacri per alcune tribù indiane). Per oggi, inoltre, è annunciata la firma per la costruzione dell’annunciato “muro” al confine con il Messico. Il presidente Trump siglerà infine una direttiva per evitare l’arrivo di profughi mediorientali, compresa la Siria e da altre “nazioni esposte al terrorismo”.

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