Diocesi: mons. Marcia (Nuoro), “investire sui giovani, sui ragazzi” e sulla “formazione”

“Quello che a metà cammino incomincia a colpire è il terribile isolamento tra una comunità e l’altra, eccetto qualche raro caso ho visto l’incapacità di collaborare tra paesi vicini, comunità vicine e anche all’interno delle comunità stesse tra un’associazione e l’altra, un gruppo e l’altro”. A fare questa analisi è mons. Mosè Marcia, vescovo di Nuoro, proponendo un bilancio dell visita pastorale, giunta a metà del suo percorso, sul settimanale diocesano, “L’Ortobene”. Si nota pure  un certo scollamento tra sacerdoti e laici, che “possono essere valorizzati molto di più. In qualche comunità manca il Consiglio pastorale, per non parlare del Consiglio affari economici”. Per il presule, “ecclesialmente mancano dei momenti aggreganti”, ma “qualche associazione come Azione cattolica e Scout ha ancora la capacità di tenere dei giovani tra i 13-14 e i 18-20 anni dando anche un po’ di formazione”. Il vescovo ammette: “I bambini tra i 6 e i 14 anni nella stragrande maggioranza passa per le parrocchie e non lascia traccia, vuol dire che è difettoso quel periodo e dobbiamo rendercene conto. C’è una catechesi solo esclusivamente orientata ai sacramenti e credo”. Secondo il presule, “la pastorale deve passare dalla formazione, lavorare insieme in questo modo. Lo stesso Progetto pastorale diocesano è ancora disatteso”. Certo, “anche il mondo civile è frantumato – sostiene mons. Marcia – tanto che più volte negli incontri con il mondo del lavoro si sottolineava come fosse bello trovarsi, non lo avevano mai fatto”. Difficoltà non mancano nella scuola, soprattutto nei piccoli paesi. Un aspetto positivo è la cura degli anziani. Il vescovo, poi, chiede alla comunità ecclesiale e civile di “investire sui giovani, sui ragazzi”. A livello ecclesiale “significa investire sul personale educativo”.

Non è, comunque, tutto negativo: ci sono sacerdoti e laici che “davvero stanno giocando tutto senza risparmio”. Positivo e bello anche trovare anche tante chiese aperte dal primo mattino fino alla sera. Tracciando un bilancio conclusivo, il vescovo evidenzia: “Di fatto, direi che in molti ambienti una settimana di visita pastorale risulta una settimana di mini missione popolare dove si cerca di raggiungere il più possibile tutti. la mia scelta è stata di fare pastorale”.

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