Cardinale Bagnasco: migranti, “misurarci” con i minori non accompagnati, riconoscimento cittadinanza e possibilità di affidarli a “case-famiglia”

“Misurarci con la situazione dei minori non accompagnati ed esposti a ogni sorta di abuso”. E’ l’appello rivolto dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella parte della prolusione dedicata ai “drammi che continuano a consumare popoli interi, vittime di persecuzione e violenza, di povertà e guerra”. “Quelli che abbiamo davanti agli occhi sono scenari che rendono attuale la ripresa e l’approfondimento della Populorum progressio”, pubblicata 50 anni fa da Giovanni Paolo II, la tesi del cardinale, secondo il quale quella dei minori non accompagnati è “una realtà che interpella fortemente la coscienza civile del nostro Paese e le sue istituzioni”. In tema di accoglienza, “il più cattivo consigliere è la paura, mentre il migliore consigliere è la prudenza”, ripete Bagnasco citando il Papa. “La Chiesa – a partire dalle nostre parrocchie, dai centri della Fondazione Migrantes e dalle Caritas diocesane – è in prima linea nell’accoglienza”, ribadisce: “Dove questa parola non richiama soltanto servizi offerti, ma famiglia, comunità, dialogo interculturale, iniziative di integrazione”. In questa prospettiva, per la Chiesa italiana “diventa importante sia il riconoscimento della cittadinanza ai minori che hanno conseguito il primo ciclo scolastico, sia la possibilità di affidare i minori non accompagnati a case famiglia: le centinaia di esperienze promosse nelle nostre parrocchie costituiscono una conferma circa la direzione su cui andare”.

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