Valanga hotel Rigopiano: De Luca (Ucsi), “educare a un uso sobrio e consapevole degli strumenti comunicativi”

“Educare a un uso sobrio e consapevole degli strumenti comunicativi dovrebbe far parte dei programmi di scuola”. È quanto afferma Vania De Luca, presidente dell’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi), commentando la vicenda dell’hotel Rigopiano, sul Gran Sasso, soprattutto per quanto riguarda i risvolti legati alle modalità dell’informazione. “L’addestramento e la preparazione dei soccorritori, eccezionali, avvengono nei tempi di calma per poter dare risultati come quelli che abbiamo visto all’hotel Rigopiano”, osserva De Luca, secondo cui “le catastrofi sono spesso improvvise, la forza per affrontarle non si improvvisa”. La presidente Ucsi sottolinea “la capacità di lavorare in squadra” dimostrata dai soccorritori, rilevando che “da soli non si arriverebbe a nessun risultato”. “La speranza di trovare persone in vita nonostante il quadro disastroso è stata una grande lezione di vita”, prosegue De Luca, per la quale “tutti hanno voluto vedere video e foto del salvataggio della mamma e del bambino tirati fuori dall’hotel”. “Sono utili le immagini che aiutano a sperare”, osserva la giornalista, notando che se “oggi ci sono strumenti di comunicazione alla portata di tutti”, “averne consapevolezza può essere vitale”. De Luca si riferisce al fatto che all’uomo che ha lanciato l’allarme: “è più che comprensibile che non gli sia venuto in mente di scattare e inviare una foto, ma se l’avesse fatto probabilmente la macchina dei soccorsi si sarebbe mossa prima”. “Chi con le immagini lavora, sa che che ci sono cose che si possono anche non dire perché bastano le immagini”, prosegue la presidente Ucsi, riconoscendo che “questa semplice regola dovrebbe entrare a far parte della consapevolezza comune”. Infine, De Luca si sofferma sulla presenza dei giornalisti, che “è importante per aiutare a capire cosa accade e perché accade, per ricostruire e denunciare eventuali responsabilità o inadempienze, ma anche per incoraggiare ed evidenziare quello che funziona”. Inoltre, aggiunge, “serve per aiutare la collettività a metabolizzare quanto accade, a darvi un senso e una direzione, soprattutto nelle vicende dolorose, in cui ci sono dei sommersi e dei salvati, famiglie divise, dei ‘perché’ senza risposta, emozioni e sentimenti oltre ai pensieri, traumi difficili da superare”. Per questo, De Luca esprime “un grazie ai giornalisti che lavorano in condizioni difficili senza risparmiarsi, inviati sul campo e redazioni”. “Perché anche quello dei giornalisti – conclude – è un lavoro di squadra”.

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