Terremoto e neve: mons. Seccia (Teramo-Atri), “non è un bel momento” ma tutti devono fare del proprio meglio senza risparmiarsi

foto SIR/Marco Calvarese

“Stiamo vivendo un momento di grande tensione ma anche di grande solidarietà”: sono le parole del vescovo della diocesi di Teramo-Atri, monsignor Michele Seccia, commentando la morte di un volontario della Protezione civile di Teramo, impegnato nello spalare la neve fino a poco prima che un infarto lo colpisse improvvisamente. “Non è un bel momento. Proprio qualche attimo fa c’è stata un’altra scossa di terremoto forte”, prosegue monsignor Seccia che ci tiene a sottolineare la sua preoccupazione per le tante zone di montagna delle quali non si conosce la situazione perché completamente isolate dal maltempo che sta flagellando il teramano in questi giorni: “Spero di poter raggiungere qualche parrocchia domenica per celebrare con loro e ascoltare la comunità”. Non si sono registrate vittime nella diocesi di Teramo-Atri a causa del terremoto che dopo l’estate ha interessato il Centro Italia, ma proprio questo potrebbe essere la causa della “caduta di tensione e attenzione” che monsignor Seccia si sente di denunciare e che starebbe causando una serie di ritardi negli interventi di restauro, ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici di culto, delle canoniche ma anche di diverse strutture private. “In seguito alle ultime scosse abbiamo dovuto chiudere la chiesa dell’Assunta a Roseto degli Abruzzi, perché si sono registrati dei danni al campanile”, spiega.

“Tutta questa neve e la corrente elettrica che va e viene, sta rendendo le cose ancora più insopportabili. Penso anche a quelle località che sono senza corrente da oltre un giorno”, aggiunge il vescovo della diocesi di Teramo-Atri che elogia l’operato di tutti color che si spendono per le persone in stato di necessità, come alcuni scout che si stanno prodigando nell’assistenza di bisognosi nelle loro case e della Caritas diocesana, impegnata nel servire le tante persone che non possono e non vogliono dormire in casa, perché spaventate dallo sciame sismico che fa tremare i muri delle loro abitazioni, e che per questo motivo scelgono di recarsi nelle strutture messe a disposizione dal Comune di Teramo. “Affidiamoci al Signore e alziamo gli occhi al Cielo con fiducia. Non perdiamo la speranza e collaboriamo”, conclude monsignor Seccia che, rivolgendosi alla sua comunità diocesana, ricorda il suo messaggio per Natale, nel quale invitava tutti a fare del proprio meglio senza nessuna riserva, “non risparmiate energie e neanche denaro”.

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