Cardinale Poletto: padre Caviglia “limpida e umile figura di padre carmelitano”

“Dobbiamo uscire da questa chiesa con un rinnovato impegno di vita cristiana e con una grande speranza: la mèta finale della nostra esistenza non è una bara, ma una trasformazione delle nostre persone da terrene a celesti. È con questa speranza che dobbiamo vivere”. Ha concluso così, oggi, il card. Severino Poletto, arcivescovo emerito di Torino, l’omelia pronunciata in occasione del funerale di padre Giuseppe Caviglia, carmelitano scalzo, a lungo segretario del card. Anastasio Ballestrero. Il card. Poletto ha ricordato: “Ciò che mi ha fatto sentire vicino a questa limpida e umile figura di padre carmelitano è stata una numerosa serie di incontri con lui quando le circostanze della mia vita mi hanno portato a legare la mia storia personale al grande padre della Chiesa e uomo contemplativo di Dio, quale fu l’indimenticabile cardinale Anastasio Ballestrero dal quale fui ordinato vescovo”. Con Ballestrero, ha evidenziato il porporato, “ho sempre avuto legami di amicizia, che per lui erano di paternità spirituale e per me riferimento sincero e profondo”. Padre Caviglia, ha proseguito, “viveva il suo compito come una responsabilità di non mettere mai in risalto se stesso, ma sempre la figura, il pensiero e le linee pastorali del suo cardinale. Ora si sono certamente incontrati in cielo a lodare e contemplare quel Dio che tanto hanno amato e annunciato qui sulla terra”.

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