Profughi: Rete Numeri pari, “serve accoglienza residenziale diffusa su tutto il territorio”

La risposta alla cosiddetta “emergenza profughi” è la diffusione di “un’accoglienza residenziale diffusa su tutto il territorio nazionale, in strutture piccole a garanzia di una dimensione di vita più umana sia per chi è ospitato che per la comunità territoriale che accoglie”. Ne sono convinti Gruppo Abele, Libera, Cnca e Rete della conoscenza che hanno promosso la rete “Numeri pari” presentata oggi a Roma. Ragionando di misure di contrasto alla povertà “non si possono ignorare i migranti – si legge nel documento base illustrato in conferenza stampa – che ne costituiscono una fascia rilevante, e che sono pretesto e oggetto di divisioni e ulteriore esclusione”. L’“emergenza” profughi e il ruolo assunto nella loro gestione da cooperative “for profit” ha “pesanti ricadute” non solo sul “clima” dell’operatività ma anche sulla stessa possibilità di intervenire. Per la rete, “fare sì che i Comuni possano avvalersi maggiormente della pratica degli Sprar” può limitare “la diffusione a pioggia dei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) che sfuggono di mano a qualsiasi gestione, non sono soggetti ad alcuna programmazione territoriale, e originano nei territori le note contraddizioni di cui riferiscono le cronache”. Di qui l’importanza di denunciare “le gestioni, assistenzialiste, cattive e talvolta disoneste” e la diffusione di un’accoglienza residenziale diffusa su tutto il territorio nazionale con strutture che dovranno essere collocate “presso centri abitati collegati con il trasporto pubblico” per dare l’opportunità ai migranti di accedere ai servizi territoriali di base.

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