Cuba: stop a legge Usa dei “piedi asciutti e piedi bagnati”. Vescovi, trovare “soluzioni conformi alla giustizia”

Negli ultimi giorni della presidenza Obama, il governo statunitense ha revocato per decreto la normativa cosiddetta dei “piedi asciutti e piedi bagnati”. Il dispositivo consisteva in un “doppio binario” per i profughi cubani: accolti quando arrivano via terra, con la possibilità di diventare residenti dopo un solo anno e cittadini statunitensi dopo altri sei mesi grazie alle legge di ajuste cubano; respinti quando arrivavano via mare. Un provvedimento che pone fine (pur non abrogando in toto la ley de ajuste, solo il Congresso potrebbe farlo) all’anomalia per cui ai cubani che entravano dalla frontiera messicana veniva concesso di rimanere negli Usa, contrariamente a tutti gli altri. Sul provvedimento è intervenuta con una nota, sabato scorso, la Conferenza episcopale cubana, esprimendo “preoccupazione per i numerosi connazionali che attualmente si trovano in Paesi terzi e che, in questo momento, si trovano alle prese con una situazione inaspettata e con un futuro incerto”.

Sono molti, infatti, i profughi cubani che risalgono l’America centrale e il Messico per poter entrare negli Stati Uniti dalla terraferma. “Siamo consapevoli – scrivono i vescovi – del dramma umano che colpisce numerose persone e famiglie, alcune di loro hanno fatto grandi sacrifici con il proposito di emigrare negli Usa, confidando in regole in materia di immigrazione che garantivano loro protezione”. Conclude la nota: “Se da una parte apprezziamo il processo in corso per migliorare le relazioni tra i governi di Cuba e degli Stati Uniti, ci auguriamo che le autorità e le istituzioni dei diversi Paesi coinvolti, cerchino soluzioni conformi alla giustizia, tenendo presente la misericordia per coloro che si trovano in questa situazione critica”.

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