Papa Francesco e Abbas: Lazzarotto (nunzio), “passo nella direzione del dialogo. Si lavora per concludere accordo con Israele”

(Dall’inviato Sir a Haifa) “Un passo che va nella direzione del dialogo da sempre richiesto da Papa Francesco. Speriamo che l’appello del Pontefice – rilanciato ancora pochi giorni fa nel discorso al Corpo diplomatico – circa il raggiungimento di una soluzione venga recepito da tutte e due le parti” palestinesi e israeliani. È il commento, rilasciato al Sir, di monsignor Giuseppe Lazzarotto, nunzio apostolico in Israele e delegato apostolico per la Palestina, all’incontro, oggi in Vaticano, del presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) con Papa Francesco. Incontro avvenuto dopo l’avvio dell’Accordo fondamentale tra Santa Sede e Stato di Palestina del 26 giugno 2015 e contestualmente all’apertura dell’ambasciata di Palestina, in via di Porta Angelica. “Il dialogo si fa in due ma – rimarca il nunzio, parlando a margine della visita oggi ad Haifa dei vescovi del Coordinamento per la Terra Santa in occasione della Giornata mondiale del migrante – servono gesti coraggiosi compiuti da leader coraggiosi. Dopo 50 anni di conflitto irrisolto bisogna continuare a sperare nella pace. Per arrivarci bisogna ricominciare a fare dei passi in avanti”. Uno di questi è appunto l’Accordo fondamentale con la Palestina e l’apertura dell’Ambasciata presso la Santa Sede. “E quando sarà concluso – aggiunge mons. Lazzarotto – anche l’Accordo fondamentale con Israele. Ricordo che con Israele ci sono due accordi firmati. Stiamo lavorando e speriamo di concluderlo presto”. “Importante è aprire nuove strade perché al momento sembra tutto in fase di stallo”, sottolinea il rappresentante pontificio. Se queste nuove strade saranno aperte dal neo eletto presidente Usa, Trump, prossimo all’insediamento, mons. Lazzarotto non si pronuncia. “Sul piano politico – afferma – il Papa ha tracciato la linea. Quello che interessa è capire se i leader politici intendono trovare strade nuove per facilitare soluzioni e non per aggiungere sofferenze a quelle che già esistono. I capi politici devo sapere che hanno questa grandissima responsabilità: aprire strade nuove e coraggiose per trovare soluzioni alle crisi in atto. Tutto quello che può aiutare le intese, il dialogo e la collaborazione, è benvenuto e auspicabile. Creare nuove opportunità non mettere ostacoli alla pace”.

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