Forum cattolico-ortodosso: p. Poquillon (Comece), “scopo del terrorismo è spingerci a rinunciare ai nostri principi”

“Lo scopo del terrorismo è quello di spingerci a rinunciare ai nostri principi. In nome della nostra stessa sicurezza, siamo spinti a mettere da parte i nostri stessi diritti, il rispetto della persona umana, della sua dignità, tutto ciò che è fondamentale per noi cristiani e per noi europei”. Si gioca dunque su questa sfida la lotta contro il terrorismo in Europa. A sottolinearlo è padre Olivier Poquillon, segretario generale della Comece, che da lunedì sta partecipando qui a Parigi al V Forum cattolico-ortodosso che quest’anno ha scelto come tema di riflessione “L’Europa nel timore della minaccia del terrorismo fondamentalista e il valore della persone e la libertà religiosa”. “Le nostre società – spiega padre Poquillon – sono segnate dalla paura. Il terrorismo è un metodo. Un metodo che consiste nell’instillare paura nei cuori degli uomini e delle donne. E con la paura, il terrore ci ha obbligati a reagire. Il terrorismo è stato come una leva che ha sollevato una pietra e l’ha fatta rotolare. La pietra così lanciata, ha finito il lavoro”.
Padre Poquillon preferisce parlare di terrorismo come “una forma di criminalità”. “Non c’è una guerra contro il terrorismo – aggiunge – perché se ci si lanciasse in una guerra contro il terrorismo, genereremmo una guerra civile. E non è quello che vogliamo. Il terrorista non è un combattente. Se la prende contro persone disarmate e innocenti, agisce in maniera indiscriminata. Oggi non siamo in guerra contro il terrorismo, ma stiamo combattendo contro una forma di criminalità”. A Parigi sul tema del terrorismo si sono ritrovati “pastori” e cioè vescovi, cardinali e metropoliti, che hanno “una preoccupazione di tipo pastorale”. “Il fatto di essere uniti ci permette di poter indirizzare una parola forte alle autorità pubbliche e ai nostri fratelli di altre religioni”, dice il padre domenicano aggiungendo: “Una delle cause dello sviluppo del salafismo jihadista è l’assenza di proposte alternative da parte della nostra società. Non si combatte una dinamica senza avere delle alternative da proporre. Cosa propone oggi la nostra società? E qui nasce la questione del ruolo della religione nello spazio pubblico” e “l’Europa è il quadro, lo spazio, il forum nel quale siamo chiamati e vogliamo esserci perché i popoli che compongono questo continente siano in grado di vivere insieme”.

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