Carceri: “Bambinisenzasbarre”, il protocollo siglato oggi “rende i figli visibili”

Il rinnovo del protocollo d’intesa “Carta dei figli di genitori detenuti”, siglato oggi dal guardasigilli Andrea Orlando, dalla garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano e dalla presidente di “Bambinisenzasbarre” onlus Lia Sacerdote, “rende i bambini che entrano in carcere visibili, cercando di superare le barriere legate al pregiudizio e alla discriminazione all’interno della società”, sottolinea “Bambinisenzasbarre”. Tra gli aspetti disciplinati dal protocollo “ci sono le visite all’interno degli istituti, la formazione del personale e l’istituzione di un Tavolo permanente che effettuerà un monitoraggio sull’applicazione del Protocollo avvalendosi anche della rete delle ong sul territorio. Durante il biennio di applicazione, il protocollo, firmato per la prima volta il 21 marzo 2014, è diventato un modello per la rete europea Children of prisoners Europe con la quale la onlus firmataria sta conducendo una campagna di sensibilizzazione perché venga adottata nei 21 Paesi membri della rete.

L’intesa sottoscritta oggi intende individuare nuovi strumenti di azione e rafforzare e ampliare i risultati fin qui ottenuti: la tutela dell’interesse superiore del minore, al quale deve essere garantito il mantenimento del rapporto con il genitore detenuto, in un legame affettivo continuativo, riconoscendo a quest’ultimo il diritto/dovere di esercitare il proprio ruolo genitoriale; la promozione di interventi e provvedimenti normativi che regolino questa relazione, contribuendo alla rimozione di discriminazioni e pregiudizi attraverso la creazione di un processo di integrazione socio-culturale, nella prospettiva di una società solidale e inclusiva; l’agevolazione e il sostegno dei minori nei rapporti con il genitore detenuto, sia durante sia oltre la detenzione, cercando di evitare che eventuali ricadute negative possano incidere sul rendimento scolastico o sulla salute. Il nuovo protocollo, tenendo conto dell’esperienza acquisita durante il biennio di applicazione, individua come necessaria l’offerta di percorsi di sostegno alla genitorialità sia alle madri sia ai padri sottoposti a restrizione della libertà personale.

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