Bullismo: Mattarella, “problema sociale e ampio, bulli sono ‘infelici'”

(DIRE-SIR) – Dal palco di ”Tutti a Scuola” a Sondrio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella definisce quello del bullismo “un problema sociale e culturale di vaste proporzioni”, la cui risoluzione “non può essere posta esclusivamente sulle spalle della scuola- dice- anche se la scuola e”, talvolta, luogo privilegiato di questi veri e propri atteggiamenti di prepotenza e di violenza, psicologica e fisica”. Per combattere alla radice questo odioso fenomeno di accanimento contro chi non si omologa, o semplicemente viene visto e perseguitato come debole o come “diverso”, per il Capo dello Stato “è necessario un grande patto tra scuola, famiglia, forze dell’ordine, magistratura, mondo dei media e dello spettacolo. Un’azione congiunta, capace non soltanto di reprimere ma, soprattutto, di prevenire, con una vera e propria campagna educativa che arrivi al cuore e alla mente dei giovani”. Il Presidente aggiunge come sui ragazzi influiscano “anche, in grande misura, gli esempi degli adulti”, dunque “un linguaggio offensivo e violento degli adulti in televisione o sui social media e in qualunque altra sede, si traduce subito, nell”universo adolescenziale, in una spinta emulativa, in un sostanziale via libera”. La lotta contro il bullismo per Mattarella diventa davvero efficace “quando i testimonial di essa siete voi stessi, cari ragazzi”, dunque “essere prepotenti con i più deboli non è sintomo di forza, ma di viltà, è segno di incapacità di misurarsi con chi è forte” ed è “sintomo, in realtà, di paura”. Poi il messaggio diretto ai ragazzi: “Non fatevi trascinare ma, resistete e reagite all’arroganza. I bulli sono una piccola minoranza. Sono ragazzi infelici e pieni di problemi. Fate valere con loro la vostra forza tranquilla, quella della solidarietà e dell’amicizia – dice Mattarella – e vincerete voi questa sfida”. Un bullismo che oggi usa principalmente la rete per adescare vittime: “Il web, la rete, i social sono un grande spazio di libertà e di comunicazione per i giovani” specifica il Presidente, e la scuola “dovrà essere, sempre di più, capace di dialogare, di entrare nei nuovi spazi e usare i nuovi linguaggi”. È per questo che “se si crea una frattura, diventa più difficile comunicare valori e aiutare i giovani ad essere più liberi, e meno dipendenti, nell”uso dei nuovi strumenti”, dice Mattarella che esorta il mondo degli adulti “a non lasciare i ragazzi soli nell’ingresso in quel mondo, farli catturare dall’iper-connessione e dalla massificazione che questa, alle volte, potrebbe produrre”. Per Mattarella “la scuola deve saper portare la propria etica civile nella realtà della comunicazione immediata e globale, quella nella quale vivono i suoi studenti” e soprattutto “portare cultura e valori nel web e nei social – conclude – questo è un orizzonte a cui la scuola deve saper guardare”. (www.dire.it)

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy