Religioni e diplomazia: Associazione carità politica, un progetto contro la “globalizzazione gestita male”

“Le comunità religiose e i loro leader possono offrire un contributo essenziale nella costruzione della pace”. È quanto è emerso dal convegno “Religioni e diplomazia” per la riconciliazione nelle religioni e nella società, promosso dall’Associazione Carità Politica nel ventennale di fondazione, svoltosi in Vaticano in questi giorni. All’incontro – informano gli organizzatori – hanno tra gli altri preso parte il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Silvano Maria Tomasi ,membro del Pontifico Consiglio della giustizia e della pace, padre Gabriele Bentoglio, sotto-segretario del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, e gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede Aleksander Avdeev (Russia), Rogelio Francisco Emilio Pfirter (Argentina), Mehmet Paçaci (Turchia), Peter Sopko (Slovacchia), Eduard Habsburg Lothringen (Ungheria), Slavica Karačić (Borsnia-Erzegovina), Antoine Zanga (Camerun), Tomaž Kunstelj (Slovenia), Claude Giordan (Monaco).

“Riflettere sulla urgente necessità di conoscere e valutare con esattezza le cause per cui ci troviamo a vivere in una società non riconciliata – l’obiettivo principale del convegno – dove persistono le contraddizioni di carattere socio-economico, le minacce della violenza e del terrorismo, la precarietà delle strutture pubbliche, la fatica di costruire l’Europa, i rischi per la pace internazionale, il dramma della fame nel mondo”. Il punto di partenza: “la globalizzazione gestita male danneggia i popoli, aumenta le disuguaglianze e alimenta il populismo”. Ma la globalizzazione è anche opportunità: quella della solidarietà. Di qui l’idea di avviare un Progetto Religioni e diplomazia. “La diplomazia pontificia – ha spiegato Gallagher – trova la suo origine nella dimensione trascendente dell’uomo e si colloca al suo servizio” e l’azione politica, “a tutti i livelli, diventa sempre per il cristiano un esercizio della giustizia e della carità”. Quattro le “prospettive” attorno a cui è articolato il Progetto Religioni e diplomazia: la prima è la costituzione, all’interno di Carità Politica, di un’omonima sezione, “perché cresca sempre più il dialogo sincero autentico tra le varie religioni e la diplomazia”. La seconda è la costituzione, con la collaborazione degli ambasciatori, dell’Ufficio per le religioni presso i governi accreditati presso la Santa Sede. Una terza prospettiva è la creazione a Roma di un Polo, cioè una rete transnazionale, delle religioni. Quarta prospettiva: “riflettere sui rapporti fra l’Islam e la filosofia”.

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