Diocesi: mons. Tisi (Trento), “la fragilità del malato fa emergere anche la nostra fragilità”

“La vulnerabilità dei malati, con la conseguente necessità di dover ‘dipendere’, può offrire la possibilità di relazioni profondissime oppure, viceversa, determinare incontri mancati e dagli esiti talora devastanti”. È un passaggio dell’intervento dell’arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi, al convegno su “La misericordia nella relazione di cura”, organizzato dall’Ordine dei medici della Provincia di Trento oggi pomeriggio presso la sala convegni della Fondazione Kessler, nel capoluogo. Partendo dal presupposto che “non c’è alternativa alla relazione come ambito fondamentale attorno a cui strutturare la propria vita”, monsignor Tisi si rivolge a medici e operatori sanitari ricordando loro che “la fragilità del malato fa emergere anche la nostra fragilità”. “Più di una volta – aggiunge l’arcivescovo – vi è probabilmente capitato di lasciarvi scappare: ‘Non c’è più niente da fare’. Ma questa è, in fondo, una salutare cura alla sindrome dell’onnipotenza che è il vero male oscuro di quest’ora della storia”. “In un mondo dove le parole la fanno da padrone, invadono l’aria, e hanno la pretesa di tutto dire, sistematizzare e risolvere, la vulnerabilità dei malati – si augura l’arcivescovo Lauro – chiede silenzio, disponibilità ad ascoltare e ospitare. Niente è più umanizzante del poter contare non tanto sulle argomentazioni e sui quadri ideali, ma sulla percezione bella e appagante di un esserci concreto e reale”. L’incontro di oggi è inserito in un cammino di preparazione al Giubileo straordinario della misericordia per gli operatori sanitari in programma il prossimo 22 ottobre in piazza San Pietro a Roma.

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