Cardinale Parolin: in Siria “rispettare il diritto umanitario. Favorire continuazione presenza cristiana nella regione”

“Cessazione delle ostilità e la necessità pressante di garantire, in questa fase di urgenza, il rispetto del diritto umanitario da parte di tutte le fazioni in lotta. Inoltre, essendo previsto dalle Convenzioni di Ginevra, insistere sulla necessità di garantire l’accesso agli aiuti umanitari anche nelle zone di conflitto”. A chiederlo è il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, in un testo inviato ai partecipanti al quinto incontro, promosso da Cor Unum, degli organismi caritativi cattolici che operano nel contesto della crisi umanitaria in Siria e Iraq, in corso a Roma. Nel testo, letto da monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, il segretario di Stato vaticano ha spiegato che tali richieste “concordano con il principio fondamentale del rispetto della centralità della persona umana nell’ambito dell’assistenza umanitaria”. Questa per il cardinale deve rispondere “a tre criteri fondamentali: il servizio integrale alla persona umana che comporta l’assistenza materiale e spirituale; il supporto alla famiglia quale nucleo naturale e fondamentale della società; l’accesso all’istruzione”. “Non possiamo dimenticare – ha aggiunto – la responsabilità speciale che, come Chiesa, abbiamo verso le comunità cristiane e il loro ruolo negli equilibri del Medio Oriente. Un fattore riconosciuto anche dai non cristiani”. Per il cardinale Parolin “bisogna favorire la continuazione della loro presenza nella regione, il loro ritorno nella regione una volta che il conflitto sarà terminato. La diminuzione del numero dei cristiani in Medio Oriente, specie in Siria e in Iraq è un fenomeno molto preoccupante. Una perdita non solo per la Chiesa ma anche per tutta la società locale nella quale le comunità cristiane giocano un ruolo di equilibrio, di riconciliazione e di contributo attivo al bene comune, come la storia sta ampiamente a dimostrare”.

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