Cardinale Bagnasco: “nostro popolo costretto a emigrare”, appello ai politici per “creare lavoro”

“Siamo fortemente preoccupati che il patrimonio di capacità e di ingegno del nostro popolo sia costretto a emigrare, impoverendo così il Paese. La globalizzazione deve essere un’opportunità per tutti, non solo per pochi”. È la parte della prolusione del cardinale Angelo Bagnasco dedicata all’analisi della situazione italiana a partire dai dati Istat sulla disoccupazione. “Le nostre parrocchie sono testimoni di come la povera gente continui a tribolare per mantenere sé e la propria famiglia”, ha esordito il presidente della Cei: “Seguiamo con viva partecipazione i tentativi di varie categorie di lavoratori del mondo dell’industria, della ricerca, delle aree portuali, e altro”, le parole del cardinale: “La Chiesa è vicina ai lavoratori e alle loro famiglie, e lo sarà sempre in nome della dignità di ogni persona, consapevole che lavoro e famiglia sono legati e costituiscono il tessuto connettivo della società e dello Stato”. “Anche in queste situazioni, come pure in quella dei migranti, la Chiesa non si limita a dar voce alla gente più esposta, a richiamare l’attenzione collettiva, a incoraggiare perché non vinca la sfiducia”, ha rivendicato Bagnasco: “La Chiesa opera. I nostri sacerdoti sono in prima linea, a totale disposizione del popolo”, grazie anche “alla generosità consapevole della gente, di cui l’otto per mille è una forma provvidenziale”. Poi l’appello alla politica, per “creare e incentivare lavoro e occupazione”, e l’affondo alla “teoria della flessibilità”, che “può avere le sue ragioni” ma “getta la persona in un clima fluido e inaffidabile”: “Coloro che teorizzano non sono forse i primi a essere ben sicuri sul piano del proprio lavoro e, forse, del proprio patrimonio?”.

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