Cardinale Bagnasco: non cadere nella “trappola” della “guerra di religione”. “Come non ribellarsi davanti alle vignette di Charlie Hebdo sulle vittime del terremoto?”

Gli “abomini” del terrorismo “si mascherano di un manto religioso per accreditare una ‘guerra di religione’, ma – come ci ricorda il Santo Padre – non bisogna cadere in questa trappola che mira a scatenare un conflitto globale”. Nella parte della prolusione al Consiglio permanente della Cei dedicata agli scenari internazionali, il cardinale Angelo Bagnasco ha fatto notare che “il terrorismo si serve non solo del fanatismo di gruppi, ma anche del disagio sociale, e soprattutto del vuoto spirituale e culturale di non pochi giovani occidentali che – paradossalmente – spesso cercano un motivo per vivere in una perversa ragione per morire. Come sempre, i mercanti di armi, di petrolio o di potere, speculano nell’oscurità di affari e posizioni d’oro”. Il caso del “burkini”, ad esempio, “ha suscitato polemiche ma anche riflessioni: in linea con un criterio che già il Concilio Vaticano II aveva chiarito in termini di principio, sia il Consiglio di Stato francese che l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani hanno sottolineato che le limitazioni della manifestazione del credo religioso, inclusa la scelta dei vestiti, sono permesse solo in circostanze molto limitate, come la sicurezza, l’ordine e la salute pubblica o la morale”. “Come non ribellarsi davanti alla mancanza di sensibilità e di rispetto espressa dalle vignette di Charlie Hebdo sulle vittime del terremoto?”, ha poi tuonato il presidente della Cei: “Noi – anche a nome del nostro popolo – chiediamo: è questa la società che vogliamo, dove pensiamo di sentirci bene, insieme, solidali, a casa? È questo che intendiamo per libertà? Non esiste dunque nulla di talmente profondo e sacro – anche umanamente – che non debba essere sbeffeggiato da alcuni ‘illuminati’? La coscienza collettiva è chiamata a reagire in maniera chiara, alta e indignata”.

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