Cardinale Bagnasco: famiglia diversa da altre “unioni”, su eutanasia “la vita umana” è inviolabile “sempre e comunque”

“La famiglia è la prima forma di società: non può essere paragonata ad alcuna altra forma di unione. Presentare tutto sullo stesso piano – come qualcuno intende – è un errore educativo grave”. Parole chiare e inequivocabili, quelle dedicate dal cardinale Angelo Bagnasco alla famiglia, nella parte finale della prolusione di apertura del Consiglio permanente della Cei, in cui ha anche rivolto “una parola di incoraggiamento alle istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana, ancora numerose e ben radicate nel territorio”. “In questo lungo momento di crisi, nonostante difficoltà e problemi, esse partecipano a promuovere l’accoglienza e la cura totale delle persone”, ha ricordato il presidente della Cei, auspicando che “la loro sussidiarietà sia riconosciuta nei piani sanitari regionali, perché la disparità di trattamento non veda penalizzate realtà essenziali al servizio di tutti i cittadini”. A proposito della recente morte di un bambino, avvenuta in Belgio per eutanasia, Bagnasco si è chiesto: “Dove stiamo andando?”. E ha commentato: “Ogni volta che si ipotizzano leggi su questi temi decisivi, subito si cerca di pilotare la sensibilità e l’opinione pubblica appellandosi a casi eccezionali di grande impatto emotivo; e si invoca la necessità di ordinare le cose, di normare le procedure. Ma tutto questo accade senza partire dal principio di base, l’inviolabilità della vita umana sempre e comunque: se cade questo principio l’individuo passerà da soggetto da rispettare a oggetto di cui disporre”. “Il compito vero dello Stato di diritto – ha spiegato il cardinale – non è quello di stabilire la vita e la morte, ma – molto più responsabilmente e con impegno concreto – di farsi carico delle situazioni, di non lasciar soli i cittadini specialmente nelle circostanze più drammatiche, come quelle di genitori con figli malati, per accompagnarli e sostenerli in ogni modo”.

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