Cardinale Bagnasco: Europa dica “no” a “colonizzazioni” del “pensiero unico”

“L’isolamento delle persone, la paura degli altri, il conflitto tra Stati, la destabilizzazione della famiglia, di gruppi e nazioni, favoriscono approfittatori cinici, e spesso oscuri, attenti a lucrare denaro e potere”. È questo “modo di pensare”, secondo il cardinale Angelo Bagnasco, “che il vecchio mondo dovrebbe temere, anziché corteggiarlo e inseguirlo compiaciuto”. Nella prolusione con cui ha aperto il Consiglio permanente, il presidente della Cei ha pronunciato un forte e deciso “no” alle “colonizzazioni” del “pensiero unico” – a più riprese stigmatizzato dal Papa – che consiste nel “propagandare in modo ossessivo certi stili di vita, inculcare il principio del piacere a qualunque costo, esaltare la dea fortuna e il gioco anziché il gusto del dovere, del lavoro, dell’onestà; insinuare il fastidio dei legami, se questi non appagano sempre e comunque, far sognare una perenne giovinezza, spingere alla ricerca di evasioni continue dalla vita reale, non sostenere la fedeltà agli impegni di coppia, di famiglia, di lavoro”. In una parola, all’“individualismo esasperato, propagato come libertà”, in cui “l’io resta separato, privo di contatti, solo con se stesso” e “nelle relazioni interpersonali scompare il prossimo, resta l’altro, l’estraneo, o addirittura il nemico”. Di qui la necessità di superare il “laicismo, che è la deformazione miope dell’autentica laicità”, e di riconoscere “le identità religiose con i loro riti e costumi”. “Anche il nostro popolo, al di là di sondaggi e previsioni, riconosce, pur in mezzo a credi diversi, quali sono i tratturi veraci del Paese”, l’analisi del cardinale: “E non gradisce – in nome di una laicità malintesa e succube al giudizio di qualcuno – che si oscurino gesti e segni, tradizioni e luoghi”.

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