Richiedenti asilo: in Austria sono in calo ma entrano siriani e iracheni. Più controlli alle frontiere

(dall’inviata Sir a Migramed) In Austria nei primi 8 mesi di quest’anno sono state presentate 32.036 richieste d’asilo, in calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (45.857 nel 2015), poi salite fino a 90.000 a fine 2015. A chiedere l’asilo sono oggi soprattutto siriani e iracheni, segno che il bisogno di protezione internazionale è ancora alto. Ma i controlli alle frontiere si fanno più serrati: a Coccau-Tarvisio, frontiera tra Austria e Italia (Friuli Venezia Giulia), stanno allestendo dei centri d’identificazione che saranno attivi in inverno. Ogni giorno le forze dell’ordine austriache e italiane effettuano controlli sui treni. Molti migranti riescono a passare lo stesso. In base a una nuova normativa austriaca la polizia fa un primo colloquio le persone fermate e decide se rimandarli o no verso l’Italia. Circa 5000 quest’anno, soprattutto afgani, sono rientrati volontariamente in Italia, perché l’Austria considera l’Afghanistan un “Paese sicuro” e difficilmente concede l’asilo. Sono i dati illustrati da Caritas Carinzia, a Klagenfurt, durante la visita-studio di Caritas italiana, che sta svolgendo l’edizione 2016 del Migramed tra Italia, Austria e Slovenia per indagare le tante “storie di frontiera”. Ieri sera i 150 partecipanti hanno pregato proprio in un luogo simbolico, nelle ex caserme dismesse della dogana di Tarvisio. “Spesso critichiamo il nostro governo – ha detto Joseph Marketz, direttore di Caritas Carinzia – perché chiude le frontiere e non fa abbastanza per chi fugge”. La rete Caritas accoglie in tutta l’Austria nei suoi alloggi 9800 richiedenti asilo (il 20% del totale) e lavora soprattutto per l’integrazione, con corsi di lingua tedesca, scuola e doposcuola per i bambini e progetti di inserimento lavorativo. Per ogni rifugiato riceve dal governo delle somme, che però non sono mai sufficienti a coprire tutte le necessità.

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