Editoria: “Credere”, domani intervista esclusiva al giornalista Paolo Borrometi minacciato dalla mafia

Domani in edicola con il n. 39 “Credere”, settimanale della Periodici San Paolo,  uscirà l’intervista esclusiva a Paolo Borrometi, minacciato dalla mafia dopo i suoi articoli di denuncia. Per la prima volta Borrometi, che ora vive 24 ore su 24 custodito dalle forze dell’ordine, racconta di sé e della sua fede in un’intervista esclusiva dal titolo “Io, Dio e la mia vita sotto scorta”. Ragusano, 33 anni, Borrometi ha subito diverse intimidazioni e minacce, tra cui la frattura di una spalla  il 16 aprile 2014, dopo avere iniziato la sua battaglia contro le agromafie. Di sé dice: “Sono nato con la voglia di raccontare la mia terra. Se un giornalista non scrive la verità avrà la responsabilità sulla coscienza dei soprusi dei cittadini vittime del malaffare”. Sulle agromafie afferma: “Un business che supera i 16 miliardi l’anno. Sono lo sfruttamento della persona, dal campo dove si raccoglie (il fenomeno del caporalato, ndr) al bancone dove si vende, passando per la gestione dei trasporti”. Sa di rischiare, ma non vuole rassegnarsi a tacere. Tra i suoi modelli, Giovanni Falcone: “Diceva che sono due i modi per uccidere l’uomo: fisicamente o con l’isolamento. Troppe volte la Sicilia ha isolato chi faceva il proprio lavoro, salvo piangerli quando non ci sono più”. Il segreto per andare avanti? “Ho la grande fortuna di avere avuto il dono della fede: tante lacrime le ho versate durante le mie preghiere fatte di notte. Percepivo che non erano lacrime vane, erano lacrime-asciugate”.

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