Migranti: Caritas Grecia, situazione nei campi “è bomba ad orologeria”

In Grecia la situazione dei 55mila profughi accolti nei centri (di cui 35mila nelle isole) “è una bomba ad orologeria”: è l’allarme lanciato da Maria Alverti, di Caritas Hellas (Grecia), durante il Migramed 2016 sulle frontiere europee che si è aperto oggi a Gorizia, organizzato da Caritas italiana. “Nei campi le persone non hanno nulla da fare – ha denunciato – e all’aperto d’estate ci sono 40 gradi all’ombra. Iniziano tensioni e scontri tra varie etnie, ci sono famiglie con persone vulnerabili”. “Il governo era contrario alle misure contenitive ma ora è tutto un po’ sotto silenzio – ha detto -. I greci hanno vissuto sulla loro pelle l’esperienza perché hanno interagito con i profughi, hanno visto con i propri occhi le condizioni dure di chi fugge. Ci sono state persone che hanno sfruttato la situazione e si sono fatti dare 5 euro per prestare il cellulare ai profughi, ma molti hanno aperto casa per offrire una doccia, c’è stata una grande solidarietà spontanea”. Nel campo di Idomeni, al confine della Macedonia, dopo lo sgombero e lo sforzo per convincere i profughi ad andare in altri centri “le persone continuavano a tornare perché si sentivano più liberi – ha spiegato – benché in condizioni peggiori”. “Il governo greco prevede di creare diversi centri di accoglienza in tutto il Paese – ha detto -, delle case prefabbricate con servizi igienici, per dare un aiuto dignitoso. Ma gli standard sono molto alti e il progetto non va avanti. Inoltre la collaborazione tra il governo e le ong, tra cui la Caritas, non è buona come in Italia”.

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