Cardinale Parolin: all’Onu, oggi “genocidio” dei cristiani. No a “proliferazione armi”, più attenzione a “migranti ambientali”

“Molti rapporti confermano che i cristiani sono di gran lunga il gruppo religioso più perseguitato”, tanto che si parla di “pulizia etnico-religiosa”, definita da Papa Francesco “una forma di genocidio”. A denunciarlo è stato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, intervenendo al Summit dell’Onu sulle migrazioni, in corso a New York.  Nel suo intervento, il porporato ha stigmatizzato anche la “proliferazione di ogni tipo di armi”, che “aggrava le situazioni di conflitto e provoca enormi danni umani e materiali, causando larghi movimenti di rifugiati e migranti e minando profondamente lo sviluppo e la ricerca di una pace duratura”. “Fronteggiare le cause profonde dello spostamento di persone richiede una forte volontà politica”, ha sottolineato Parolin, esortando inoltre a prestare “urgente attenzione alla piaga di quei migranti che scappano delle situazioni di povertà estrema e degrado ambientale”. “Nonostante questi ultimi non siano riconosciuti come migranti e rifugiati dalle convenzioni internazionali e dunque non godono di nessuna particolare protezione legale – il grido d’allarme dl porporato – soffrono moltissimo e sono i più vulnerabili per il traffico di esseri umani e le varie forme di schiavitù”. Di qui l’appello a “eliminare le cause strutturali della povertà e della fame, ottenere risultati più sostanziali nella protezione dell’ambiente, assicurare lavoro degno e produttivo per tutti, garantire l’accesso alla qualità dell’educazione e dare adeguata protezione alla famiglia, elemento essenziale dello sviluppo umano e sociale”.

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