Migrazioni: Oxfam, “aumenta il numero dei morti nel Mediterraneo”. Appello in vista dei due summit di New York

Esattamente un anno fa la foto del piccolo Alan (Aylan) Kurdi, ritrovato senza vita sulla spiaggia turca di Bodrum, faceva il giro del mondo, generando ovunque sdegno e commozione. A un anno da quel 2 settembre, Oxfam calcola “che il numero dei migranti che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere un altro Paese sia aumentato di oltre un quinto. In tutto il mondo sono morte 5.700 persone da allora, fuggendo dai propri Paesi: un incremento del 22,2% rispetto all’anno precedente, che aveva registrato 4.664 decessi”. Questo significa che, dall’inizio del 2016, lungo le rotte migratorie in tutto il mondo muore 1 persona ogni 80 minuti, afferma Oxfam. “In questo tragico quadro, il Mediterraneo si conferma la rotta più letale con 4.181 persone morte dal ritrovamento del corpo di Alan, il 12,6% in più rispetto all’anno prima: a dimostrazione di quanto sia fallimentare l’approccio dell’Unione europea varato con l’Agenda sulle migrazioni del maggio 2015. Il 2016, poi, è stato un anno particolarmente funesto: i numeri dicono che il numero di persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale, dal Nord Africa all’Italia, nei primi otto mesi dell’anno, è quasi uguale a quello dell’intero 2015”. Oxfam chiede “con forza ai leader europei e del mondo di proteggere tutte le persone in fuga, assicurando vie legali, e per questo sicure, di accesso e garantendo procedure di asilo trasparenti”.
Una nota sottolinea: “Due importanti meeting sulla crisi migratoria globale si svolgeranno a New York il 19 e 20 settembre: il Summit delle Nazioni Unite per i rifugiati e migranti, e il Leaders’ Summit sui rifugiati convocato dal presidente Obama. Le negoziazioni per il Summit delle Nazioni Unite hanno già avuto luogo, ma sono state estremamente deludenti per la mancanza di reali impegni finanziari e piani per attuarli, con molti paesi riluttanti a fare di più in termini di ricollocamenti. Eppure questi due incontri rappresentano per i governi di tutto il mondo, e in particolare per quelli europei, un’occasione unica per poter dire che le persone vengono prima dei confini, e per impegnarsi nella tutela della vita e dei diritti di chi scappa da guerra e fame”. Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia afferma: “Le immagini del corpo del piccolo Alan Kurdi hanno commosso il mondo, eppure a un anno di distanza la situazione non ha fatto che peggiorare: migliaia di migranti sono morti da allora, soprattutto nel Mediterraneo. I due summit di New York sono un’occasione da non sprecare per trovare la giusta risposta al più grande movimento di popolazione dalla Seconda guerra mondiale”.

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